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Precariato femminile. Il lavoro delle donne in tempi di pandemia

La pandemia Covid-19 non è solo un problema di sanitario, ma è anche uno shock profondo per la nostra società e per la nostra economia.

Le incertezze e le difficoltà create dal diffondersi del virus rischiano di aggravare ulteriormente una situazione, già critica, come quella relativa all’occupazione femminile.
Un dato su tutti, in un anno, oltre 37.000 neomamme lavoratrici hanno rassegnato le dimissioni dal proprio posto di lavoro.

La motivazione più ricorrente è la difficoltà nel conciliare gli impegni lavorativi con la necessità di dover accudire i figli, in particolar modo i più piccoli.
Difficoltà amplificata dal fatto che, in epoca di pandemia, spesso viene meno il preziosissimo supporto dei nonni, impossibilitati nell’accudire i propri nipoti a causa dell’isolamento che viene loro “consigliato” per ragioni di salute.

Se non ci si può permettere costosi asili nido o baby-sitter, non si ha altra alternativa che le dimissioni.

Precariato femminile. Il lavoro delle donne in tempi di pandemia

#COVID-19: I giornali sono i veri complici del procurato allarme mediatico

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#COVID-19: I giornali sono i veri complici del procurato allarme mediatico

All'indomani dell'affermazione del Dott. Crisanti secondo cui una chiusura totale nel periodo natalizio "... credo sia nell'ordine delle cose" 1, la stampa nazionale e soprattutto quella locale, di varie città d'Italia, non vuole essere da meno e supera ogni limite pur di creare disinformazione.

Si è innescata una vera e propria gara a colpi di titoli sensazionalistici.
Le redazioni decidono i titoli da pubblicare in prima pagina, creando il panico, per lasciare la verità dei fatti alla fine dell'articolo dove pochi concentrano l'attenzione.

Servirebbe una rassegna stampa giornaliera per denunciarli quotidianamente. Un esempio su tutti lo abbiamo avuto ieri dal Corriere della Sera, che nella sua edizione dedicata alla provincia di Brescia, riconduce uno dei decessi al Covid, per scoprire solo nelle pagine interne che si è trattato di un infortunio sul lavoro.

L'affermazione del giornalista: ".... questo non cambia il quadro generale". Ne siamo sicuri?

#Mascherine: manca l'evidenza scientifica. Dubbi sulle modalità di imposizione a scuola

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#Mascherine: manca l'evidenza scientifica. Dubbi sulle modalità di  imposizione a scuola

Storia travagliata di un'imposizione di dubbia efficacia basata su stime frutto di ipotesi e scenari senza l'avallo di evidenze scientifiche.

Mascherine "ministeriali" inadeguate e dirigenti scolastici ipocondriaci sono gli ingredienti di un cocktail "tutto all'italiana" che vede bambini e ragazzi in balia di un'autonomia scolastica sanitaria.

Quella appena trascorsa è stata un’estate di tribolazione per chi ha seguito da vicino il susseguirsi di notizie, spesso contrastanti, sulle modalità di rientro a scuola a settembre. Complici di questo caos la politica (tutta), il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) ed i media, immancabili e straordinariamente puntuali quando c’è da creare confusione e generare panico.

#Scuola: allarme pediatri, norme inadeguate, confusione e rischi economici per le famiglie

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#Scuola: allarme pediatri, norme inadeguate, confusione e rischi economici per le famiglie

E' la denuncia del segretario nazionale Rinaldo Missaglia della SIMPEF, Sindacato Nazionale dei Medici Pediatri di Famiglia.
Professionisti e genitori soprattutto, rischiano di dover affrontare una situazione allarmante con le prime riaperture scolastiche.

«C'è molta preoccupazione, perchè le norme sanitarie e medico-legali sono contraddittorie. A tal fine abbiamo chiesto un chiarimento al Ministero della Salute».

Una serie di contraddizioni che vanno dal limite della durata di malattia alla autocertificazione, se non si superano i tre giorni.
Assenza di strumenti diagnostici in mano a chi dovrebbe decidere di far rientrare i figli a scuola.

Prospettiva di richiesta del tampone e disposizione di isolamento per tutti, è quello che si prospetta difronte a questa cozzaglia di linee guida, che tanto "guida" non sono.
Di fatto, un nuovo lockdown.

Contraddizioni anche da parte del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) che da un giorno con l'altro emette circolari che per essere comprese richiedono almeno tre riletture, come testimoniano alcuni dirigenti scolastici che non hanno ancora compreso se le mascherine di stoffa sono accettate o meno.
E si arriva anche a parlare di mascherine chirurgiche di misura idonea, che al momento per i bambini non esistono nemmeno.

Il paese che odia i bambini anche nella fase 2

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Il paese che odia i bambini anche nella fase 2

Il tema della riapertura delle scuole nel belpaese è ormai un groviglio di date avvolto nel caos, un susseguirsi di notizie e giravolte, repentini cambi di rotta in un guazzabuglio vorticoso di voci.

Non c’è chiarezza, zero certezze all’orizzonte, soltanto numerose ipotesi. Nessuna proposta sensata riguardante asili e scuole sembra profilarsi in queste ultime settimane della cosiddetta fase 2.

Non servono fonti per avvalorare quanto sopra esposto, è sufficiente cliccare “riapertura scuole Italia” in qualsiasi motore di ricerca per avere l’imbarazzo della scelta: decine di articoli solo nell’ultimo mese.

Una pantomima quotidiana che oramai ha dell’assurdo. Inutile provare a capirci qualcosa!

#CORONAVIRUS: Medici ignorati. Le richieste avrebbero contenuto il contagio e molti decessi

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#CORONAVIRUS: Medici ignorati. Le richieste avrebbero contenuto il contagio e molti decessi

Circola dal primo gennaio, si è diffuso indisturbato per oltre un mese e mezzo, fino alla scoperta del paziente 1 il 20 febbraio scorso.
Questo quanto denuncia l'analisi pubblicata dal sito ArXiv, frutto del lavoro di 14 centri di ricerca, con il coordinamento del Direttorato Generale della Sanità di Regione Lombardia.

Molti si interrogano però sui ritardi di intervento dell'unità di crisi sanitaria della Regione, di concerto con il Governo, incapaci fin da subito di intraprendere una linea comune.
Dalle zone rosse, non attive anche per le pressioni della filiera produttiva locale, ai medici inascoltati che suggerivano importanti azioni di contenimento.

Una su tutte la proposta di organizzare ospedali esclusivamente riservati a ricoverati per Covid-19 per evitare promiscuità con altri pazienti e quindi diffusione del virus nelle strutture ospedaliere.
La risposta di Regione Lombardia alle richieste del Dr. Angelo Giupponi, direttore dell’Agenzia regionale emergenza/urgenza di Bergamo, è stata un categorico "non abbiamo tempo per le tue cazzate".

#Coronavirus nel mondo: la diffusione raccontata dai video

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#Coronavirus nel mondo: la diffusione raccontata dai video

Non è il momento delle polemiche, anche se le azioni tardive del nostro Governo ora si stanno ripercuotendo sulla popolazione italiana in maniera imperdonabile.
La mancanza di posti letto nei reparti di terapia intensiva stanno facendo andare al collasso diversi ospedali della Lombardia, ma le misure di contenimento e soprattutto di potenziamento del SSN sono partite in ritardo quando la diffusione del virus era già abbastanza chiara. La conseguenza: decessi che probabilmente potevano essere evitati.

In questo articolo mettiamo in evidenza, attraverso dei video, di come il virus si sia diffuso da Wuhan fino ad arrivare in Europa e in Italia, con una sequenza temporale che arriva fino ai dati aggiornati a questa mattina.

Come sempre avviene, le strategie devono essere politicizzate e portare quindi a decreti e ordinanze gestite in maniera farlocca tra le regioni e il governo, tanto da smentire informazioni rilasciate anche nel corso della stessa giornata.

Dal conto nostro, non possiamo far altro che tentare di dare voce a chi non ce l'ha, e mettere in evidenza quello che sono i dati che arrivano anche e soprattutto dall'estero circa la diffusione del virus e le sintomatologie.
L'invito è quello di mantenere la calma, di sentire i propri medici prima di mettersi in corsa verso i Pronto Soccorso che sono già stremati dal continuo arrivo di ambulanze.

#Coronavirus: quando l'informazione diviene un boomerang

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Potercene attribuire il copyright non avrebbe reso onore al vero autore dell'articolo disponibile oggi su numerose testate e edizioni letterarie.
Era il 2003 l'anno di pubblicazione, ma se andassimo a sostituire il termine SARS con CORONAVIRUS per renderlo più familiare agli attenti lettori, potrebbe essere stato scritto ieri:

«La SARS è la storia di non un'epidemia ma di due, e la seconda epidemia, quella che è sfuggita in gran parte ai titoli dei giornali, ha implicazioni che sono molto maggiori della malattia stessa. Questo perché non è stata l'epidemia virale, ma piuttosto una "epidemia di informazioni" che ha trasformato la SARS, o grave sindrome respiratoria acuta, da una confusa crisi sanitaria regionale cinese in una debacle economica e sociale globale.» [1]

Il coronavirus da sindrome respiratoria acuta grave, abbreviato in SARS-CoV, è il virus all'origine dell'epidemia di SARS del 2003 e fu scoperto per la prima volta nel novembre 2002 nella provincia cinese di Guangdong.
Viviamo un dejà-vù, un articolo del maggio 2003 scritto da David J. Rothkopf che descrive quella che oggi molti definiscono "infodemia", termine coniato peraltro dallo stesso giornalista, e non dall'OMS, che mette insieme info(rmation) e (epi)demic.

Un invito alla lettura verrebbe spontaneo nei confronti di quei, pochi, giornalisti che, dalle pagine dei quotidiani che danno loro spazio, affermano rivincite da parte della scienza nei confronti dei no vax.
Non è il momento delle polemiche e della divisione sociale, ricordiamo che la scienza, quella vera e accreditata, non è rappresentata da quelli che si definiscono "esperti" e che hanno tempo per andare in tv a offendere i colleghi e a disorientare il pubblico. Seppur vero che la paura abbatte le certezze, la vera informazione è la cura per gli infodemici.

L'obbligo vaccinale solleva problemi di natura religiosa e morale

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L'obbligo vaccinale solleva problemi di natura religiosa e morale

Negli ultimi tre anni, dall'entrata in vigore della legge 119/2017 sull'obbligo vaccinale, il dibattito sul tema vaccini In Italia è stato polarizzato in modo artificiale creando due categorie precedentemente inesistenti: pro vax e no vax.

Il tema è estremamente complesso e ricco di sfaccettature anche sul piano etico.

Pochi sono a conoscenza del fatto che, alcuni anni fa, un grave problema morale è stato sollevato dalla Pontificia Academia per la vita, rispetto ad alcuni vaccini prodotti a partire da linee cellulari fetali di origine abortiva.

Ma la storia della obiezione etico-religiosa alle vaccinazioni è molto più antica (e ricca di nomi illustri) e risale alla stessa epoca in cui la pratica è stata messa a punto circa due secoli fa.

Isole Samoa: epidemia di morbillo in un paese che soffre di malnutrizione infantile

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Isole Samoa: epidemia di morbillo in un paese che soffre di malnutrizione infantile

È notizia di questi giorni l'epidemia di morbillo alle Isole Samoa, dove sono decedute oltre 60 persone, per la maggiore bambini.

Il mainstream non si è risparmiato, le informazioni provenienti dall'arcipelago del Pacifico parlerebbero di una grave situazione che ha portato le autorità locali a chiudere gli uffici pubblici per un paio di giorni, per facilitare l'avvio di un programma di vaccinazione straordinaria.

E' stato chiesto alla cittadinanza l'esposizione di un drappo rosso fuori dalle case per agevolare gli addetti sanitari a intervenire dove la vaccinazione non è stata ancora fornita.

Ma siamo sicuri che i media stiano raccontando esattamente quello che sta succedendo su questo territorio, senza alcuna omissione?
Perché fonti ufficiali stanno dicendo altro, facendo ricercare le cause in un fenomeno di malnutrizione diffuso su questo territorio.
Ma soprattutto, non si parla di epidemia ma di un focolaio.

Condotta impropria e violazione di un obbligo di legge: accadde oggi la storia di Rosa Parks

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Condotta impropria e violazione di un obbligo di legge: accadde oggi la storia di Rosa Parks

Era il 1° dicembre 1955, a Montgomery nello stato americano dell'Alabama.
Per effetto di una legge dettata da discriminazione e ignoranza, che obbligava le persone di colore a cedere il proprio posto ai bianchi nel settore comune, accadde uno degli avvenimenti che ebbe più risonanza mediatica in tutti gli Stati Uniti e nel mondo.

Lei era Rosa Louise Parks, una attivista statunitense che, all'età di 42 anni, divenne The Mother of the Civil Rights Movement, ovvero la madre del movimento dei diritti civili.

A distanza di 64 anni apprendiamo che la storia, per molti versi, non ha ancora insegnato nulla: in nome della "scienza" si compiono ancora atti di razzismo che non riguardano solo il colore della pelle, la fede religiosa, ma perfino lo stato di salute di una persona o di un bambino.
Tutto ottenuto mediante arretratezza culturale, incompetenza e scarsa informazione e censura dai canali mediatici che optano maggiormente a dare spazio al "pensiero unico".

Siamo difronte ad un fenomeno che si sta per ripetere? Perchè ciò che sta avvenendo in molte scuole italiane ha molti elementi in comune, in nome di una legge che nulla ha a che fare con la salvaguardia della salute collettiva.

#Morbillo: oltre 4mila morti nonostante aumento di copertura vaccinale e campagne straordinarie

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#Morbillo: oltre 4mila morti nonostante aumento di copertura vaccinale e campagne straordinarie

Durante il mese di ottobre molti sono stati gli organi di informazione che hanno ripreso la notizia: la Repubblica Democratica del Congo vive la più grande epidemia di morbillo al mondo.

A darne notizia l'UNICEF che, attraverso le pagine dell'ANSA denuncia la tragica notizia, omettendo però alcune informazioni importanti.
Quello che non viene detto è che il Congo, fino al 2018, mostrava il tipico andamento ciclico della malattia, fino a quando non venne decisa, a marzo 2019, la vaccinazione di 2,2 milioni di bambini dai 9 mesi ai 14 anni.
E nei sei mesi successivi, invece che diminuire, i contagiati da morbillo vengono triplicati, con la conseguenza di oltre 4.000 decessi, il 90% bambini. Qualcosa non torna.

#Vaccini: XVI Giornata per ricordare le persone decedute o rese disabili

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#Vaccini: XVI Giornata per ricordare le persone decedute o rese disabili

Oggi, 6 novembre 2019, in una giornata di grigio maltempo che imperversa un pò in tutta Italia, ricorre la XVI Giornata per ricordare le persone decedute o rese disabili dai vaccini.

Autore dell'evento il CO.N.DA.V., il Coordinamento Nazionale danneggiati da Vaccino, una organizzazione di volontariato che dedica l'evento in memoria di Lorenzo Taruschio, un bambino che ha perso la vita a soli 5 anni, e di tutti i danneggiati deceduti.
L'evento presso la Sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria Sopra la Minerva di Roma, dove i volontari hanno programmato una cerimonia oltre ad un importante convegno dal tema "Vaccinazioni: fra paura e diffidenza".

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