La comunità arabo-islamica ha, in effetti, "rotto" il silenzio. Esattamente come abbiamo scritto nel nostro primo reportage l'1 dicembre a seguito delle interviste effettuate.
Le indagini proseguono; di certo la notizia ha destato interesse tra le famiglie musulmane.
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Si avvicina il famoso “picco influenzale”, previsto, come tutti gli anni, con l’arrivo del freddo e a partire, approssimativamente, dalle festività natalizie.
Secondo il comunicato diffuso da Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica) alla fine di settembre, usando le parole del Prof. Fabrizio Pregliasco: «La prossima stagione influenzale dovrebbe essere di intensità media».
Gli stranieri in Italia di fede musulmana sono moltissimi, il nostro paese vede la maggiore presenza, nell'ordine, in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
L’eterogeneità di tale presenza complica il dialogo con le istituzioni locali. L’islam chiede integrazione, ma le resistenza sono molte, e vanno oltre ai costumi occidentali e ai valori democratici, e investono anche la questione prettamente sanitaria, fino ad arrivare al tema della prevenzione e quindi della inoculazione dei vaccini.
Nel periodo di maggiore attenzione verso il tema della prevenzione vaccinale, le figure che stanno partecipando al dibattito si accaniscono con campagne dai toni certamente aspri per sostenere l'una o l'altra ragione, vaccini si o vaccini no, vaccini utili o vaccini dannosi.
Ci si chiede quindi se sia davvero giusto arrivare ad una imposizione di legge tramite l'obbligo, o se piuttosto sia più utile un ragionamento più ampio che porti al dialogo e alla trasparenza.
Presso la 12^ Commissione Igiene e Sanità al Senato sono in corso le audizioni informali sul nuovo Disegno di Legge n. 770.
Come annunciato dallo stesso Presidente, Pierpaolo Sileri, saranno oltre settanta le realtà che saranno ascoltate.
Molti coloro che hanno chiesto di accedere all'aula della Commissione, per portare il proprio punto di vista su quanto il testo di legge propone, anche con emendamenti.
Come da programmazione, arriva la terza campagna dell'associazione veneta CORVELVA.
Dedicata al tanto criticato DDL 770, depositato presso la 12^ Commissione Sanità del Senato, questa volta l'attenzione viene posta al mondo del lavoro: all'appello vengono richiamati medici e insegnanti che dovranno fare i conti con una legge che vorrebbe portare anche loro all'obbligo vaccinale.
Non si è fatta attendere la seconda uscita della Campagna di comunicazione dell'associazione veneta CORVELVA in un preciso percorso di informazione sul tema della prevenzione vaccinale.
E' preso di mira il nuovo DDL 770 in discussione alla Commissione Sanità del Senato, la seconda locandina denuncia diritti violati nell'ambito degli indennizzi per danni da vaccino.
Al via la Campagna di comunicazione della associazione veneta CORVELVA, in prima linea per la lotta al riconoscimento della libertà di scelta in ambito prevenzione vaccinale.
Sono previste diverse uscite sui media nazionali che vogliono denunciare diritti che verrebbero cancellati con un Disegno di Legge che presenta molti lati oscuri.
A Bologna i genitori del no obbligo vaccini in piazza: domenica appuntamento per chiedere libertà d'uso e ridiscutere la Legge 119 e i suoi effetti da "decreto d'urgenza".
Giovedì 20 settembre, all’Ufficio Testi Normativi di Palazzo Montecitorio, saranno consegnate le firme raccolte presso tutti i Comuni italiani per una nuova Proposta di Legge.
La Camera dei Deputati sarà quindi nuovamente teatro e visita di genitori che vogliono dire anche loro qualcosa di importante sul tema dei vaccini che tanto sta interessando l’informazione in questi giorni.
E’ notizia di poche ore fa, pubblicata anche su TGCOM24, quella inerente la risposta del presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, sul tema legato ai vaccini e ai guadagni da essi derivanti.
Siamo al 31 agosto, tra due giorni lavorativi le scuole riaprono. Il tema delle vaccinazioni di massa, frutto di una Legge, la 119, non è stato spazzato via durante la pausa estiva.
E' rimasto li, visibile e percepibile da molti, e non in maniera latente visto che comunque ha trovato la sua ribalta nel "mainstream" televisivo e sui quotidiani, con quel solito tempismo ogni qualvolta un politico, uno scienziato o una associazione ha tentato di minare le certezze che una normativa vorrebbe portarsi dietro, quando i punti di domanda sono molti e provengono da diversi ambienti, da quello politico, scientifico, giudiziario e sociale.
La storia si ripete, i media, o meglio alcuni media nostrani sono attivissimi per la propaganda delle vaccinazioni in tutto il mondo.