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"SUI VACCINI NON ESISTE UN SECONDO PARERE"

Al raduno degli esperti la sala è rimasta semivuota. Le evidenze scientifiche? Per ora solo storie personali

Al raduno degli esperti la sala è rimasta semivuota. Le evidenze scientifiche? Per ora solo storie personali
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3 - 5 minuti di lettura

Si è tenuta ieri, presso l’Aula Magna dell’Università Statale di Milano, la presentazione dell’Associazione e del Patto Trasversale per la Scienza.

Un evento che ha visto la partecipazione di relatori importanti, sullo scenario dell’informazione quotidiana e di quella medico/scientifica.
Una location, scelta non a caso, che doveva avere la sua logica, per il contesto di divulgazione e di facile partecipazione da parte di studenti e insegnanti, ma anche di cittadinanza attiva e interessata.

Tra i relatori anche chi sta promuovendo il progetto relativo al “Manifesto della Comunicazione non ostile per la scienza”. Siamo sicuri che il messaggio sia arrivato?

L’Università dovrebbe essere considerato un posto “sacro”, quel contesto in cui uno studente entra per poi uscire non con il “Sapere” in tasca, ma con il desiderio di saperne di più.

Un ambiente che dovrebbe essere autonomo e libero e che principalmente dovrebbe insegnare che la scienza, quella vera, non può essere soggiogata da interessi privati che muovono ingenti capitali, soprattutto nel campo della salute.

Proprio nel maggio 1989, venne pubblicata in Gazzetta ufficiale (Pubblicata nella Gazz. Uff. 11 maggio 1989, n. 108, S.O. Aggiornamento alla GU 17/10/2000 (con le modifiche del D.Lgs. 5 giugno 1998, n. 204) una legge di autonomia delle strutture universitarie che, tra le altre cose, andava a regolarne l’autonomia insieme agli enti di ricerca.

In tutto questo contesto lascia un certo amaro in bocca sentire un professore che, rivolgendosi allo scarso pubblico presente in sala e collegato alla diretta on line, sostiene che “sui vaccini non esiste un secondo parere”.
Effettivamente c’è da chiedersi, in realtà, se esiste uno studente universitario sufficientemente ingenuo da credergli.

Le risposte non sono tardate ad arrivare, visto che proprio ad un evento come questo, nonostante la visibilità ottenuta grazie a stampa immanicata, la scarsa affluenza ottenuta ha invece stupito un po’ tutti.

Ad un primo ritrovo dedicato a un “patto per la scienza”, ci saremmo aspettati risposte a tutte quelle domande inevase sui vaccini.
Sono decine e decine quelle che ogni giorno i genitori fanno presso le proprie ASL, vista la legge sulla prevenzione fatta approvare nel luglio 2017 dalla Lorenzin, anch’essa presente in sala.

Ai quesiti invece sono seguite singole storie aneddotiche, quelle che piacciono ai giornali, perché emozionano e si ricordano, ma che di scientifico non hanno proprio nulla.

La mamma che ha una figlia immunodepressa dopo il trapianto, oppure lo sfortunato ragazzo colpito da meningite, la giovane infettata dall’HIV dal suo compagno, tutti racconti che indubbiamente colpiscono, che fanno riflettere, ma che si portano in un talk show.

Il fatto che siano state scelte proprio come argomento di dibattito in questa occasione, che poteva essere invece spazio per tematiche più scientifiche, ci lascia perplessi.

E non solo.

Fin da subito gli interventi dei vari relatori sono scaduti nei tipici attacchi a tutto ciò che non è condiviso dalla cosiddetta “scienza ufficiale”.
Quello che ne è scaturito è stato solamente un grande minestrone.

Chi ha assistito all’evento ha visto mettere insieme ciarlatani, i 5 morti “a causa delle teorie di Hamer” (un racconto lo trovate qui), la ghiandola pineale (come se fosse parte del corpo umano inventata o inutile), e molto altro, ma senza una concreta e coerente informazione di natura scientifica.

Ad un certo punto Il conduttore ha perfino proseguito sulla stessa linea mischiando argomenti come “chi crede nelle onde magnetiche”, oppure chi “ha voluto desertificare la Puglia opponendosi all’abbattimento degli ulivi” (storia peraltro assai drammatica e complessa che meritava ben altri toni e contesto).

Un modo di presentare i fatti abbastanza comune, fatto di “bianco o nero”, creando fazioni e istigando al tifo becero.

Non parliamo poi delle statistiche riferite ai decessi, pochissimi per alcuni, da ricondurre al "perchè non vaccinati". Si è passati dai 20 morti per tetano ai 4/8 bimbi e adulti deceduti per morbillo.

Ma c’è da chiedersi: e tutti gli altri? Gli errori medici, le infezioni ospedaliere, le donne morte durante il parto, i decessi a Taranto? E per quanto potremmo proseguire?

Durante l’intervento del Prof. Silvestri ci sarebbe stata la possibilità di apprendere qualcosa di nuovo, a proposito del Presidente Trump, e di una frase dello stesso professore riguardo “un atto che abbiamo fatto passare negli USA e che ci ha dato corposi finanziamenti”.
E invece nulla di tutto questo, non è stato nemmeno spiegato di che atto si stesse parlando, neppure i destinatari di questi “corposi finanziamenti”.

Al Prof. Lopalco ci sarebbe una domanda che porremmo piuttosto volentieri: perchè non ci dovremmo preoccupare dopo aver letto il primo studio di farmacovigilanza attiva condotto in Puglia e da lui stesso firmato, sul vaccino MPRV (Morbillo, Parotite, Rosolia e Varicella)?

Non sono stati risparmiati nemmeno attacchi ad alcuni organi di informazione, come IL TEMPO:
Il direttore Bechis, qualche mese fa, ebbe uno scontro proprio con uno dei relatori presente in aula, uno scambio dai toni accesi attraverso le stesse pagine del giornale e sui social.

Non meno scontata anche la citazione del Dr. Wakefield, noto alla cronaca medica per lo scandalo relativo agli studi che correlavano i vaccini all’autismo, una storia che meriterebbe ulteriori approfondimenti per tutto il contesto giudiziario e per gli attori della vicenda.

Non per ultimo anche il caso Stamina, citato tra gli altri come esempio di truffa. Anche in questo caso sarebbe stato utile chiedere agli scienziati che in questa università ci lavorano, quante pubblicazioni e applicazioni cliniche sono tutt’oggi in corso con le stesse cellule (staminali mesenchimali) usate proprio dall’impresa Stamina.

Insomma, nulla di nulla.

Ma il Prof. Burioni ha ricordato che, a riguardo, “venne intervistato Adriano Celentano”, quasi a dar credito che il cantante si fosse improvvisato scienziato, quando invece aveva lanciato un appello in difesa dei bambini malati.

Noi ci fermiamo qui. Crediamo non ci sia altro da dire sul tema e sull’evento, ma non escludiamo ulteriori approfondimenti.

 

Alcune foto appena prima e durante l'evento:

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