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Conflitti di interesse

Il "dopo" Ricciardi. Altre tre dimissioni in ISS: curato il sintomo, ma non la malattia

Il "dopo" Ricciardi. Altre tre dimissioni in ISS: curato il sintomo, ma non la malattia
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L'Italia è ancora in attesa della "cura" per il conflitto di interessi, con il DDL 491 che vede tra i firmatari tutti esponenti del Movimento 5 Stelle e dal titolo: "Disposizioni in materia di trasparenza dei rapporti tra le imprese produttrici, i soggetti che operano nel settore della salute e le organizzazioni sanitarie".

L'intervista delle IENE del 9 dicembre ha messo in dubbio pubblicamente il ruolo, adeguato o meno, dell'ex Presidente dell'Istituto Superiore della Sanità, Walter Ricciardi.
La sua attività di ricerca e controllo in ambito sanitario, in veste di carica istituzionale nell'ISS, ha creato qualche problema essendo risultato anche collaboratore di case farmaceutiche.

Sono sorti dubbi, sostenuti e confermati anche dal Giudice che ha dovuto valutare la querela, nel 2016, nei confronti del Presidente del Codacons, Carlo Rienzi.

Ma le sue dimissioni dall'Istituto Superiore della Sanità non sono state le uniche, altre tre ne sono seguite, come si era appreso anche dall'articolo di Repubblica pubblicato il 20 dicembre scorso dal titolo "Altre tre uscite dall'Istituto Superiore di Sanità, Grillo infuriata".
Si sono dimessi Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto Mario Negri e componente del CdA, Armando Santoro, membro del Comitato Scientifico, appena dopo si apprende sempre dall'ANSA delle dimissioni di Francesco Vitale, preside dell'Università di Palermo e anch'egli membro del Comitato Scientifico.
Dimissioni avvenute a seguito delle dimissioni di Walter Ricciardi, si apprende sempre dalla stampa "perchè considererebbero ormai non garantita l'indipendenza scientifica dell'ente, che è il primo istituto di ricerca pubblica in Italia e in Europa".

Ma in tutto questo si fa spazio quel testo mirato proprio a chiarire la questione del conflitto di interesse.

Nell’ottica della prevenzione e del contrasto della corruzione, la trasparenza costituisce uno dei princìpi per il funzionamento dei rapporti tra gli interessi pubblici e quelli privati.

La proposta di Legge 491 del 10 aprile 2018 "Sunshine Act", presentata dal Movimento 5 Stelle, inizia proprio con queste parole. I firmatari Massimo Enrico Baroni, D'Uva, Bologna, Chiazzese, D'Arrando, Lapia, Leda Volpi, Lorefice, Mammì, Menga, Nappi, Nesci, Provenza, Sapia, Sarli, Sportiello, Trizzino, Troiano, Di Lauro, Ianaro e Tuzi.

Nell'ultimo decennio Francia, Danimarca, Regno Unito, Australia, Stati Uniti D'America hanno compreso le finalità delle norme e le hanno rese possibili in un apparato di trasparenza miliare, per lo stesso codice etico e deontologico del settore.

Secondo quanto espresso dai deputati primi firmatari nella proposta di legge:

Nell’Unione europea non esiste ancora uno specifico impianto normativo che disciplini questi rapporti, sebbene oltre cento parlamentari dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa abbiano firmato le raccomandazioni sui conflitti di interessi nel settore sanitario, facendo anche esplicito riferimento alla necessità di un Sunshine Act europeo. […]  In Italia si è compiuto un passo avanti con l’emanazione del cosiddetto “decreto trasparenza”, ossia il decreto legislativo 4 marzo 2013, n. 33, successivamente modificato dal decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97, che ricalca il metodo anglosassone per l’accesso agli atti (noto come Freedom of Information Act) […]. Gli articoli da 45 a 48 del decreto legislativo n. 33 del 2013 hanno ridefinito il ruolo dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) nell’attività sanzionatoria nonostante alcune criticità tuttora irrisolte. […]

E' stato grazie all'opinione pubblica che in America, a seguito all’inchiesta svolta da ProPublica, un’organizzazione non lucrativa di giornalismo investigativo, si è stimato nel 2009 e 2010 elargizioni per 320 milioni di dollari in favore di 18.000 medici.

La richiesta è venuta dal basso, scavando diritti miliari per una scelta obiettiva e trasparente.

Nonostante le apparenze il lavoro da fare è ancora molto, pensando che la Sala degli atti parlamentari a Roma ha ospitato “Global health – L’Italia driver delle best practice” con lo sponsor GSK, una delle più grandi multinazionali del farmaco in collaborazione ufficiale con un evento politico sanitario.

La trasparenza rivela la verità, e ci chiediamo come mai una delle più grandi multinazionali del farmaco collabori in sede istituzionale a un evento in cui politica e affari si uniscono proprio adesso che, per pura coincidenza vogliamo sperare, la proposta di legge “Sunshine act” e il nuovo disegno di legge sulle “Disposizioni in materia di prevenzione vaccinale” stanno iniziando il loro iter legislativo.

Affinchè il contagio di pratiche non trasparenti permanga è necessario che siano rese pubbliche tutte le transazioni finanziarie e le relazioni d’interesse, scaturendo effetti positivi molteplici per tutti gli attori: i medici sarebbero più coscienti dei rischi, prendendo quindi decisioni più sagge, mentre i cittadini potrebbero conoscere l’entità dei legami finanziari tra talune case farmaceutiche e i professionisti della salute e sarebbero così in grado di fare scelte più consapevoli.

L'Italia ha bisogno di cambiamento, ricordando le promesse elettorali.

Non va curato il sintomo, ma la malattia.

Chiaramente, ogni diritto di replica è dovuto! La Redazione di Informazione Libera Press resta a disposizione di chiunque voglia dire la propria sulla questione.

 

 

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