Non si è fatta attendere la replica tecnica della Dottoressa Bolgan alle critiche mosse dal Prof. Enrico Bucci.
Quest'ultimo, il 24 gennaio scorso, ha voluto pubblicare una disamina tecnica riguardo le analisi pubblicate dall'Associazione veneta CORVELVA, alle quali la Dottoressa Bolgan ha partecipato, sul vaccino Priorix Tetra.
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Il 24 e il 25 gennaio sono stati giorni difficili per il mondo della prevenzione vaccinale, dalla politica alla scienza.
Prima nella sala stampa della Camera dei Deputati, poi presso la conferenza organizzata dall'Ordine Nazionale dei Biologi italiani a Roma, sono state presentate delle analisi su alcuni lotti vaccinali che stanno destando molta preoccupazione per i livelli di contaminanti trovati.
L'informazione scientifica (o pseudo tale) in Italia oggi non ha di certo da lamentarsi. Nel panorama mediatico abbiamo ormai quotidiani cartacei, online, un mainstream televisivo che spaziano ogni dove e che trattano l'argomento della scienza, soprattutto medica, con una padronanza quasi da fare spavento.
Fa riflettere quanto siano diventati esperti alcuni giornalisti che, quando il sistema della prevenzione non era di così nutrito interesse, trattavano argomenti di natura ben diversa da quella che scrivono oggi.
La nota rivista europea sulla sorveglianza delle malattie infettive “Eurosurveillance” ha pubblicato il 17 maggio scorso un articolo che ha destato non poco interesse a livello internazionale, in quelle realtà che trattano lo studio delle malattie infettive, nello specifico l’eradicazione e soprattutto l’efficacia di alcuni strumenti di prevenzione.
Nei giorni scorsi una delle associazioni più in vista nel panorama italiano circa la lotta sulla obbligatorietà vaccinale è partita con una campagna molto interessante che di certo farà discutere molto nel campo medico, soprattutto quello che si occupa di prevenzione.
CORVELVA, associazione veneta che dal 1993 lotta per il principio della libera scelta delle vaccinazioni, ha recentemente pubblicato un articolo che riprende la pubblicazione del Prof. Pietro Perrino, già Direttore del CNR di Bari.
Interessante articolo, anzi oseremmo dire "brillante", per usare il loro termine.... che troviamo a partire dalla homepage del sito di EFVV.EU.
Il termine "autismo" è stato coniato dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler nel 1908 per descrivere quei pazienti schizofrenici e severamente introversi. Nel 1943 lo psichiatra americano Leo Kanner diede al termine "autismo" un'accezione più vicina a quello che noi conosciamo ma la storia sulla definizione degli autismi non è stata semplici, soprattutto per i genitori. Le teorie sull'autismo dello psichiatra australiano, naturalizzato americano, Bettelheim (The Empty Fortress 1967) andavano a colpire ed incolpare i genitori e madri per la troppa freddezza.