Gli effetti collaterali di un farmaco, le reazioni o eventi avversi a un vaccino, sono sotto stretta osservazione, considerando che negli ultimi 4 anni i dati hanno parlato di decine di migliaia di segnalazioni.
E questo è giusto, se non fosse che mancando una anagrafe nazionale univoca, c'è l'aggravante che i dati sono sottostimati e molti casi non sono rientrati nel "calderone" delle segnalazioni.
Aggiungiamo a questo il fatto che, come sottolinea l'AIFA dal suo sito Internet, «le segnalazioni di sospette reazioni avverse (ADR, Adverse Drug Reaction in inglese) costituiscono un’importante fonte di informazioni per le attività di farmacovigilanza», quindi il fine è prettamente statistico e serve, teoricamente, per migliorare e ridurre quindi il numero di casi in cui il farmaco o il vaccino potranno ancora fallire, creando conseguentemente dei danni.
Ma siamo sicuri che questa farmacovigilanza funzioni, ma soprattutto, siamo sicuri che questa osservazione sia applicata da parte del ministero in tutti gli ambiti dove si assumono dei derivati senza un adeguato controllo medico?