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CODICE DI DEONTOLOGIA NELL'INFORMAZIONE. ESISTE ANCORA?

#Vaccini e #greenpass: suicidio di un agente delle Forze dell'ordine di Genova. Dopo il servizio di Piazza Pulita di La7

#Vaccini e #greenpass: suicidio di un agente delle Forze dell'ordine di Genova. Dopo il servizio di Piazza Pulita di La7
  • CODICE DI DEONTOLOGIA NELL'INFORMAZIONE. ESISTE ANCORA?
2 - 4 minuti di lettura

La tragedia è avvenuta domenica mattina scorsa, un agente della Questura di Genova decide di togliersi la vita con la pistola d’ordinanza.
Lo apprendiamo inizialmente da un collega che contatta la nostra redazione per raccontare l’accaduto, ancora con la voce affannata e le lacrime di un agente che conosce l’onore e l’onere di indossare una divisa.

Una azione forte, diretta conseguenza di un servizio trasmesso lo scorso 2 dicembre dalla trasmissione Piazza Pulita di La 7.

Dispiaciuto e sconvolto per una confidenza espressa in un gruppo ristretto di poliziotti, tanto da essere intercettata, travisata e buttata in prima serata senza pensare alle conseguenze.
Uno sfogo ampliato e distorto che ha portato un uomo delle Forze dell’Ordine, che credeva nella divisa che indossava tutti i giorni, al gesto estremo.

Una narrativa, quella giornalistica, che sta enfatizzando un tema sanitario che colpisce chiunque dimenticandosi del rispetto della natura umana e del pensiero critico, con continue vessazioni psicologiche.

I colleghi non ci stanno, non vogliono che tutto venga insabbiato e che la reputazione di questo agente, di soli 53 anni, venga compromessa raccontando che dietro al fatto ci fosse dell’altro.

Il 2 dicembre, la trasmissione Piazza Pulita, condotta da Claudio Formigli, decide di mandare in onda un servizio dedicato al tema della vaccinazione e tamponi tra coloro che sono preposti al rispetto della Legge 1.

E proprio per questo aspetto, chi indossa una divisa viene preso ancor più di mira se decide, come molti italiani, di non inocularsi una vaccinazione per la quale nutre dubbi e criticità.

Del resto è ciò che è avvenuto ancor prima con medici e sanitari, perché chi vorrebbe portare avanti una obiezione più che lecita e invoca una libertà di cura, in certi ambienti è ancor meno accettato.

Il servizio di La 7 decide di pubblicare la conversazione tra alcuni agenti e decide di estrapolare e decontestualizzare la confidenza espressa in un gruppo di amici, ancor prima di essere colleghi.

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Il suo messaggio, sentendo le parole del defunto agente, era travisato, per questo era preoccupato delle conseguenze alla sua carriera.
Una amplificazione e distorsione delle sue parole che l’hanno portato a forti timori per lo strascico che poteva avere.

Eppure lui voleva solo mostrare gratitudine nei confronti di chi aveva ancora il coraggio di lottare, la forza e la disponibilità di proseguire in un percorso di dissenso in quanto ci credeva.

Lui si sentiva in colpa solo nei confronti dei colleghi perché si sentiva braccato, come molti, e aveva paura di cedere andando in un hub vaccinale per inocularsi la prima dose.

A questo punto ci chiediamo se esiste ancora oggi un codice di deontologia nell’ambito dell’informazione.

Ci domandiamo se chi ha deciso di mandare in onda quel servizio, probabilmente con la sola voglia dello scoop, si sia domandato se, nel caso, fosse stato prima necessario e rispettoso contattare quell’agente che si era permesso di fare qualche confidenza tra colleghi, ritenendo di essere in un ambiente protetto.

Esistono normative e regolamenti, risalenti agli anni ’60, che si occupano di dare precise disposizioni nella parte in cui fa obbligo ai giornalisti di limitare il diritto insopprimibile alla libertà d’informazione, “all’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui”.


L’informazione, quella sottoposta a un Ordine che dovrebbe anche in qualche modo garantire determinati comportamenti, dovrebbe seguire un codice di deontologia anche relativo al trattamenti dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, che va in tutela della dignità della persona.
Esiste anche una Carta dei doveri del giornalista, firmata proprio tra l’Ordine e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

Ci chiediamo se esiste ancora tutto questo, perché nel frattempo, nella disperazione di una azione che non doveva avere alcuna conseguenza, ma semmai l’arbitrio di una legittima opinione, un agente delle Forze dell’Ordine si è tolto la vita, e ancor prima di indossare una divisa era una persona.

Eppure la questione non è nuova al Ministero, come apprendiamo da organi di stampa, lo stesso Segretario Nazionale del COSAP (Coordinamento Sindacale Appartenenti Polizia), Sergio Scalzo, ha inviato al competente discatero dell'Interno una lettera per "denunciare le vessazioni psicologiche ai danni del personale non vaccinato e richiedendo, allo stesso tempo, un intervento urgente" 2.

La notizia era già stata anticipata la stessa mattina da un altro quotidiano 2, ma senza entrare nel dettaglio poi indicato dall'Avvocato dell'Ordine di Roma, Filippo Bertolami 3.

 

Fonti:

  1. La Nuova Calabria | 7 dicembre 2021 | "Vessazioni psicologiche al personale di Polizia non vaccinato", la denuncia di Scalzo (Cosap) al Ministero dell'interno
  2. Liguria Oggi | 5 dicembre 2021 | Genova, poliziotto della Questura si suicida
  3. Dichiarazioni dell'Avv. Filippo Bertolami, Facebook

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