"Parlare di mio figlio gravemente disabile per Mark Zucherberg e Facebook è incitamento all'odio, favoreggiamento di incontri sessuali e contenuti forti e violenti".
Queste sono le parole di Thomas Ghidotti, padre di Nicola, un ragazzo di 15 anni che una vita normale purtroppo non l'ha vissuta, perché la fiducia che ai genitori è stata chiesta, di riporre nei confronti della sanità, non l'ha risparmiato dagli effetti devastanti che nessuno ti prepara ad affrontare.
Gli obblighi vaccinali, in particolare quelli pediatrici, portano anche a questo, ma nessuno vuole che se ne parli, figuriamoci poi quando la tua testimonianza raggiunge i social.
I genitori sono anni che, attraverso diversi canali di informazione e quindi anche le piattaforme di condivisione, testimoniano quello che succede dopo la vaccinazione, quando questa può portare a una grave disabilità difronte all'indifferenza di uno Stato che non si assume alcuna responsabilità.
Del resto non c'è da stupirsi se un ex Ministro della Salute, Roberto Speranza, proprio di recente durante le sue tante partecipazioni per presentare il suo libro, difronte alle rimostranze di chi ha subito un danno da vaccino, ha parlato del consenso informato e la responsabilità che viene riposta: ma esattamente, quale è questa informazione e a cosa un genitore di fatto da un consenso?
Nel frattempo, l'intelligenza artificiale a cui i social spesso si affidano, decide che della tua disabilità, soprattutto se causata dallo Stato perché tu sei nato SANO, non ne puoi parlare!