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Art. 4 sexies "congelato": verso sospensione sanzioni over50 non vaccinati

Si discute in questi giorni in merito alle sanzioni irrogate agli over50 non vaccinati, per volere del precedente Governo Draghi.
Effetto della Legge di conversione n. 18 del 4 marzo 2022, il tema è stato oggetto di interesse non solo sul piano sanitario, ma anche su quello giuridico/amministrativo: facendo il pari con il principio di minimizzazione dei dati (art. 5 del GDPR), il problema andava a vertere su quale fosse il soggetto ideale per il trattamento delle informazioni sanitarie dei soggetti interessati.

Dopo un primo atto da parte del MinSalute, attraverso la comunicazione dell'avvio di procedimento sanzionatorio, sono arrivate a pioggia in tutta Italia le multe da 100 €.

Tutto ciò nonostante un emendamento presentato dalla Lega in occasione della nuova Legge di Bilancio del Governo Meloni, teso ad una prima proroga della scadenza al 30 giugno 2023, per arrivare con molta probabilità alla totale sanatoria.

L'argomento si sposta così inevitabilmente sul piano politico, in realtà non sottraendosi anche a procedure meramente di burocrazia e di bilancio: le entrate derivanti da queste sanzioni, ergo 190 milioni di euro, sono divenuti "contabilità speciale" per effetto del trasferimento previsto dal Decreto Aiuti del Governo Conte II, nell'aprile 2020. La riscossione potrebbe costare di più di quello che ne potrebbe derivare: dovranno trovare una copertura?

Art. 4 sexies "congelato": verso sospensione sanzioni over50 non vaccinati

Comunicazione di avvio del procedimento sanzionatorio: over50 nel mirino di MinSalute e AdE

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Comunicazione di avvio del procedimento sanzionatorio: over50 nel mirino di MinSalute e AdE

Nonostante l’obbligo vaccinale sia previsto fino al prossimo 15 giugno, il Ministero della Salute, di concerto con l’ufficio riscossione dell’Agenzia delle Entrate, ha deciso di passare alle maniere forti in tema di obblighi vaccinali.

Lo strumento è alquanto ambiguo per il suo uso e non passerà di certo inosservato a chi dovrà occuparsi dell’ondata di ricorsi che arriveranno da tutto il paese.
Una comunicazione di avvio di procedimento sanzionatorio, mezzo che normalmente non è mai richiesto in quanto “assorbito” nel verbale di accertamento dell’illecito.

Eppure il governo decide di investire denaro pubblico in questa direzione, nonostante l’imposizione del vaccino Covid per gli ultracinquantenni si estingue, per normativa vigente, tra soli due mesi.

È la fascia di età compresa soprattutto tra i 50 e i 60 anni a mostrare i denti, rifiutando imposizioni sulla propria salute. Siamo sicuri che la reazione sarà quella che si aspetta il Governo? Per il principio dei consensi, abbiamo qualche dubbio.

#Covid: siamo ai proclami per un ritorno alla normalità! Ma sarà davvero così?

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#Covid: siamo ai proclami per un ritorno alla normalità! Ma sarà davvero così?

Mentre l'attenzione degli italiani è passata al carobollette e carocarburanti, che qualcuno attribuisce quale apparente conseguenza della guerra Ucraina, ecco che da circa 24 ore sono iniziate le "toto" previsioni mediatiche su quanto succederà dall'1 aprile in merito alla gestione dei contagi da Covid e relative restrizioni.

La settimana prossima è previsto un nuovo Decreto Legge che si dovrà occupare di mettere le pezze sulle tante sbavature degli innumerevoli piani del governo.
Un serie di DL/DPCM nelle settimane e nei mesi che hanno creato un vero e proprio caos normativo e forte lesioni ai diritti civili.

Il 31 marzo è alle porte, sono diversi gli esponenti di governo che ci tengono a strizzare l'occhio nei confronti della popolazione proclamando la fine dello stato d'emergenza.
La roadmap annunciata, tramite le solite veline passate ai principali quotidiani italiani, parlano di un susseguirsi di interventi che si occuperanno di allentare progressivamente tutte le restrizioni in atto, per arrivare alle porte di una estate senza alcun vincolo.

Ma siamo sicuri sia davvero così? Perchè le fonti di informazione più compiacenti avvertono: una risalita dei contagi, di qualunque natura essa sia, potrebbero nuovamente cambiare le carte in tavola.

Nuovo DPCM: varcato un confine che doveva essere invalicabile!

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Nuovo DPCM: varcato un confine che doveva essere invalicabile!

Lo aveva annunciato l'attuale Presidente del Consiglio Draghi all'ultima conferenza stampa del 10 gennaio 2022.
Alla presentazione dell'ennesimo DPCM evidenziava che da li a qualche giorno sarebbe uscito un ulteriore Decreto che avrebbe chiarito quali servizi essenziali sarebbero stati ancora concessi a chi ancora non si sarebbe sottoposto alla terza vaccinazione.

Si perché del resto la famigerata fazione dei "novax", tanto nella bocca del candidato alla alta carica dello Stato, si sta rialimentando di quella parte della popolazione che nemmeno immaginava di poter essere etichettata come tale.

I pochi giorni sono diventati qualcosa in più, ma c'era da risolvere il nodo "supermercati" e "ipermercati", che scontentava parecchio diversi esponenti del Governo.
Ed ecco che siamo arrivati al delirio più assoluto, dove dei DPCM che dovrebbero occuparsi di sanità, in realtà sono divenuti solo atti di discriminazione e una violenta battaglia nei confronti di una parte del popolo che di certo non si fa conquistare.

Restiamo in attesa che tutto sia pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e la reazione degli italiani.

Roma, 3-4 gennaio: CTS e Governo invitati al confronto sui reali dati della pandemia

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Roma, 3-4 gennaio: CTS e Governo invitati al confronto sui reali dati della pandemia

Il 14% dei vaccinati causa il 64% degli attuali positivi! Siamo davvero sicuri che a essere state "chiuse in casa" siano le persone realmente contagiose?
La COVID-19 non è un vero pericolo per i giovani. Nella fascia 0-15 anni la probabilità di ricovero in terapia intensiva o di decesso è di gran lunga inferiore a quella di essere colpiti da un fulmine.
La perseveranza che sostiene la strategia dei tamponi ha un costo esorbitante. Il Servizio Sanitario Nazionale, solo nel 2021, ha speso oltre 2,6 miliardi di Euro in tamponi molecolari, soldi che potevano essere investiti per acquistare circa 26mila posti letto di terapia intensiva.

Sono alcuni dei temi che la Commissione Medico Scientifica indipendente ha sottoposto ai membri del Comitato Tecnico Scientifico e al Governo, per contrastare una narrazione della pandemia che sta proseguendo a senso unico senza possibilità di un reale confronto, auspicabile nel mondo medico-scientifico.

L'invito è stato quindi lanciato, il 3 e 4 gennaio a Roma, presso l'Hotel Nazionale di Piazza Montecitorio.
L'intento, al quale uno Stato che si definisce democratico non può sottrarsi, è quello di "aprire un confronto medico-scientifico pubblico su temi attuali della sanità, contestualizzato e trasparente, privo di censure e conflitto di interesse e includendo tutte le parti in causa, favorendo il dialogo tra istituzioni e altri interessi pubblici e privati".

Variante Omicron: impennata di contagi, di certo non per colpa dei no vax!

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Variante Omicron: impennata di contagi, di certo non per colpa dei no vax!

Poco prima di Natale, la stessa affermazione fatta da Pierpaolo Sileri, ex vice ministro del Governo Conte II durante il quale si è occupato delle misure di contrasto al COVID-19, attualmente sottosegretario dello stesso dicastero per il Governo Draghi.

E' evidente l'impennata di contagi di questi ultimi giorni, con numeri che sono più che raddoppiati, per quanto ci si dimentica che il numero di tamponi eseguiti è passato nel breve periodo addirittura a quintuplicare, sforando il milione in un solo giorno.

Ma la narrazione di chi in qualche modo rappresenta il Governo nelle varie investiture è paradossale, si arriva a parlare di stato endemico tra i vaccinati facendolo passare per un successo, quando in realtà si tratta dell'ennesima giravolta di esperti filogovernativi e dei politici.

Ma quando le fake news vedono quale fonte chi sostiene di voler proteggere la popolazione, qualche domanda bisogna porsela, e magari intervenire divenendo parte attiva di un sistema che va corretto fin dalle sue fondamenta.

#Vaccini e #greenpass: suicidio di un agente delle Forze dell'ordine di Genova. Dopo il servizio di Piazza Pulita di La7

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#Vaccini e #greenpass: suicidio di un agente delle Forze dell'ordine di Genova. Dopo il servizio di Piazza Pulita di La7

La tragedia è avvenuta domenica mattina scorsa, un agente della Questura di Genova decide di togliersi la vita con la pistola d’ordinanza.
Lo apprendiamo inizialmente da un collega che contatta la nostra redazione per raccontare l’accaduto, ancora con la voce affannata e le lacrime di un agente che conosce l’onore e l’onere di indossare una divisa.

Una azione forte, diretta conseguenza di un servizio trasmesso lo scorso 2 dicembre dalla trasmissione Piazza Pulita di La 7.

Dispiaciuto e sconvolto per una confidenza espressa in un gruppo ristretto di poliziotti, tanto da essere intercettata, travisata e buttata in prima serata senza pensare alle conseguenze.
Uno sfogo ampliato e distorto che ha portato un uomo delle Forze dell’Ordine, che credeva nella divisa che indossava tutti i giorni, al gesto estremo.

Una narrativa, quella giornalistica, che sta enfatizzando un tema sanitario che colpisce chiunque dimenticandosi del rispetto della natura umana e del pensiero critico, con continue vessazioni psicologiche.

Greenpass: incostituzionale, farlocco e c'è pure quello europeo

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Greenpass: incostituzionale, farlocco e c'è pure quello europeo

Sono note ormai da un paio di settimane le gravi violazioni di sicurezza che hanno compromesso l'uso dei greenpass in Italia.
Certificati verdi emessi, a quanto pare, non per il furto di fantomatiche chiavi di sicurezza, ma piuttosto per una architettatura del software alquanto approssimativa, o perlomeno non consona all'uso che voleva farne il Governo italiano a differenza degli altri paesi europei.

Un progetto quindi, quello del greenpass, che oltre a non rappresentare nulla in ambito di sicurezza sanitaria, è di fatto una azione politica e una mera violazione dei diritti costituzionali.

Ma i fatti non si limitano a questo, perché molti italiani ignorano che in Italia è valido anche il Certificato Covid digitale dell'UE, ottenibile peraltro comodamente da casa attraverso un servizio di telemedicina.
Apparentemente un buon escamotage, una "comodità" in mezzo alle difficoltà quotidiane per ottenere il "lasciapassare", ma il prezzo ridotto non deve far scordare che combattere ciò che rappresenta il greenpass oggi è una scelta di salvaguardia della democrazia.

E rimane inoltre da analizzare il problema della corretta gestione dei dati sensibili, che in questo momento vengono ceduti a paesi dell'Unione Europea, dove ci sono aziende che potrebbero decidere di non rispettare gli obblighi presi.

EudraVigilance: da luglio 2021 i decessi da vaccino aumentano del 44% in UE. Ma il Governo italiano predilige il ricatto per chi rifiuta l'inoculazione

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EudraVigilance: da luglio 2021 i decessi da vaccino aumentano del 44% in UE. Ma il Governo italiano predilige il ricatto per chi rifiuta l'inoculazione

I dati erano aggiornati al 23 luglio e li pubblicammo in risposta alle gravi parole proferite dal Presidente del Consiglio Draghi in conferenza stampa, il quale affermò che «l'appello a non vaccinarsi era un invito alla morte».

Quelle parole restarono scolpite nella memoria, e oggi assumono ancora più gravità quando vengono aggiornati i dati europei relativi alle reazioni avverse al vaccino.

Dagli effetti meno gravi, alle reazioni più devastanti fino ad arrivare al decesso, soprattutto nella grande fascia 18/64 anni, le reazioni avverse segnalate e registrate dal sito web di EudraVigilance (il database europeo delle sospette reazioni avverse ai farmaci) superano abbondantemente il milione di segnalazioni.

Ma il dato più grave è quello che porta a 27.242 i decessi in tutta Europa, con un incremento del 44% in poco più di due mesi.

Scuole: consentiti tamponi salivari con auto-raccolta. E ai lavoratori? Nessun appello

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Scuole: consentiti tamponi salivari con auto-raccolta. E ai lavoratori? Nessun appello

Lo apprendiamo dal sistema sanitario regionale lombardo, ma come si evince dallo stesso documento, il piano di sorveglianza è nazionale e si prefigge di monitorare l’andamento dell’infezione da SARS-CoV-2 nella popolazione che frequenta la scuola primaria e secondaria di primo grado.

La modalità? Somministrazione di tamponi salivari ad un campione di classi, rappresentativo su base provinciale, a rotazione e su cadenza quindicinale, per un periodo di due mesi su un totale di 4 rilevazioni.

Fin qui nulla di grave per chi in piena libertà decide di collaborare alla ricerca di eventuali casi positivi, sottoscrivendo un modulo di consenso.

Ma sorgono spontanee alcune domande: le attività di raccolta del primo campione saranno eseguite presso la sede scolastica con l’ausilio di personale medico inviato dal servizio sanitario regionale, le tre successive rilevazioni prediligeranno invece la modalità di auto-raccolta del campione salivare nell’ambito domestico, con adeguate informazioni e istruzioni.

Notiamo solo noi una notevole discrepanza e diversa modalità di trattamento? Perché il dialogo con la scuola è su toni di assoluta cordialità, mentre nel mondo del lavoro tutti gli italiani sono sotto ricatto per ottenere il green pass?
Un dipendente, ad oggi, ha mai ricevuto un appello di collaborazione per fronteggiare la malattia, invece che subire lesioni ai principali diritti costituzionali e di tutela del lavoro?

E’ evidente che dietro questa operazione si celano molte e molte questioni, una tra queste, che agli italiani evidentemente piace essere più trattati come degli asini, con il bastone e la carota.

Gli italiani tornano in piazza: cresce il popolo del #NOGREENPASS

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Gli italiani tornano in piazza: cresce il popolo del #NOGREENPASS

Le manifestazioni sono state molte, da nord a sud, e non sono mancati purtroppo anche momenti di tensione e tafferugli.

Gli italiani non ci stanno e il malcontento cresce, chi capitanato da qualche partito politico, chi da comitati spontanei nati tra sanitari, insegnanti, studenti, ma anche semplici cittadini che hanno voluto dare un segnale preciso alle istituzioni.

Gli eventi hanno interessato oltre sessanta città italiane, tra cortei e piazze organizzate, e in tutte è riecheggiato un unico slogan: "NO GREEN PASS".

L'ultimo Decreto Legge 127 del 21 settembre scorso ha voluto alzare il tiro, andando a toccare pesantemente anche il mondo del lavoro, soprattutto quello privato.
La risposta di un paese che, nel suo primo articolo costituzionale, ricorda di essere una Repubblica democratica fondata sul lavoro, non è tardata ad arrivare.

Palazzo Chigi. Draghi: si all'obbligo vaccinale e alla 3^ dose

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Palazzo Chigi. Draghi: si all'obbligo vaccinale e alla 3^ dose

E' terminata due ore fa la conferenza stampa da Palazzo Chigi.
Il Premier Draghi, con i ministri Bianchi, Gelmini, Speranza e Giovannini, torna a parlare dalle aule parlamentari della questione vaccinale in Italia.

E lo fa senza indugi, sostenendo che «entro la fine di settembre raggiungeremo l'80% della copertura vaccinale», ma con l'aggravante di voler obbligare il resto della popolazione non appena l'EMA ne fornirà la possibilità, quindi con un obbligo tout court.

Si intende quindi adottare la via più estrema, senza alcun tipo di dialogo, non ascoltando le parti sociali, non ascoltando nemmeno le giuste obiezioni di chi in questo momento fa parte di quella maggioranza che sta sostenendo il Governo stesso e che proprio ieri in Commissione Affari Sociali ha votato no al green pass.

Come risponderanno gli italiani che da tutta estate stanno scendendo in piazza evidenziando tutto il malcontento di queste misure che vanno a ledere le libertà costituzionali?
Draghi ribadisce dalla sua poltrona "la necessità della vaccinazione per chiunque, ricordando come questa sia la sola via per la ripartenza e per garantire anche la ripresa dell'anno scolastico in presenza".

Ma a questo punto, considerando anche l'ostruzionismo che in questi giorni si vive in qualunque zona d'Italia sui tamponi salivari quale valida alternativa per l'ottenimento del green pass, il volere di questo Governo è di avere gente sana, o gente vaccinata?

Dottor De Donno, 12 giorni dopo

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Dottor De Donno, 12 giorno dopo

È tempo di vacanze per molti italiani, impegnati e distratti da spiaggia e olimpiadi di Tokyo, tra relax e selfie in tour per il bel paese mascherato.

Forse banale asserire che la morte non va in ferie e anche la verità, quella autentica, quella fatta di fatti e di atti, in estate si avvale del diritto all’obbligo, soffocata da notizie, informazioni e tg che sembrano essersi congelati nell’ormai lontano febbraio 2020.

Lo scorso 27 luglio scomparve in tragiche circostanze il Dottor Giuseppe De Donno, 54 anni, padre della terapia con il plasma iperimmune, cura sperimentale utilizzata con largo successo a poche settimane del conclamarsi della pandemia, quando i medici non avevano armi efficaci per combattere il covid, protocollo in uso prima all’ospedale di Mantova, poi anche a Padova e Pavia, oggi tristemente interrotto.

De Donno, ex primario di pneumologia dell'ospedale Carlo Poma di Mantova, dal 5 luglio scorso aveva cominciato l’attività di medico di base dopo essersi dimesso dall’azienda ospedaliera, prima elogiato per aver salvato con il plasma tutti i suoi pazienti (oltre 50), poi deriso e bistrattato dal mainstream, vittima dei suoi straordinari e genuini successi, scarsamente remunerativi per il sistema sanitario nazionale così come lo vediamo oggigiorno.

Un’eredità la sua, immensa e colma di speranze, forse la chiave di Volta, insieme alle cure domiciliari, per chiudere il capitolo più buio dei nostri tempi.

Amato e ricordato dai suoi pazienti che con gratitudine hanno affettuosamente presenziato alle sue esequie presso la Basilica di Sant'Andrea a Mantova, il Dott. De Donno lascia una moglie e due figli.

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