Lettere alla redazione

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"Spettacolo del dolore", le considerazioni di una nostra lettrice!

E' un onore per noi, di tanto in tanto, ricevere lettere con richiesta di pubblicazione.
Se il livello è questo, poco abbiamo da aggiungere; nella vita di una persona, con il passare degli anni, la solitudine può diventare una accezione negativa, soprattutto se poi questa è alimentata da discriminazione frutto di ignoranza.
Grazie Anna!

"Spettacolo del dolore", le considerazioni di una nostra lettrice!

Vivere un lutto, tra indifferenza e omertà!

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Vivere un lutto, tra indifferenza e omertà!

Pubblichiamo le lettera di una nostra lettrice, poco abbiamo da aggiungere alle sue parole perché portano in evidenza quello che molti sanno, ma che pochi osano dire.
Da un lato l'indifferenza nei confronti di chi ha perso uno o più familiari durante questi due anni, non solo per la malattia, ma anche per una reazione avversa, dall'altra una narrazione ufficiale dalla quale si fatica a staccarsi per permettere una visione più ampia di tutto quello che è successo e sta succedendo ancora oggi.

... siamo da secoli il Paese degli egoismi, dei campanili!

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... siamo da secoli il Paese degli egoismi, dei campanili!

In una sonnolenta serata di febbraio mi è capitato, per caso, di imbattermi in un’edizione del mese precedente del Giornale di Brescia (era del giorno 16, per la precisione), in cui vi era una lettera al Direttore inviata da un lettore, che qui riporto fedelmente:

“Recentemente ho visto sui social un video di una professoressa (ha insegnato inglese anche a mia figlia) che davanti all’Itis di Brescia si lamentava a gran voce del fatto che gli fosse impedito l’insegnamento perché non vaccinata. Vorrei risponderle. Carissima professoressa, nella sua pubblica invettiva lamentava il fatto di non poter insegnare perché non vaccinata invocando a gran voce la libertà di poter scegliere. Libertà, libertà il suo grido disperato rivolto agli studenti. Ripetendo più volte questo termine in modo accorato mi ha ricordato William Wallace, l’eroe indipendentista scozzese, che gridava freedom davanti al patibolo. Beh, lei non era davanti al patibolo e il suo grido non aveva la stessa nobiltà. Parlando di libertà mi viene in mente chi ha combattuto contro il nazifascismo consegnandole uno stato democratico in cui anche idee “bizzarre” come la sua possono essere liberamente espresse.

Vaccino e RSA

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Vaccino e RSA

Arriva una lettera in redazione che decidiamo di pubblicare.
Lo sfogo di una infermiera di una RSA con sede in Lombardia, che racconta una verità che molti non vogliono sentire, perché sentire significa impegno, sentire significa fare i conti con la propria coscienza.

Una infermiera che, come lei stessa scrive, ha lavorato sul campo, nei periodi peggiori di questa pandemia, e che conferma che quello che sta avvenendo oggi e la compiacenza di alcuni medici non corrisponde a ciò che lei ha studiato e per ciò che ha giurato.

Buona lettura!

Gli studenti dicono NO al #GREENPASS: la lettera alle università

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Gli studenti dicono NO al #GREENPASS: la lettera alle università

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata da Studenti dell’Università degli Studi di Brescia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Accademia di Belle Arti Santa Giulia e Conservatorio Luca Marenzio contro il green pass.
Vi lasciamo alla lettura, più che esaustiva nell'andare a spiegare le motivazioni del perchè un secco no a un documento che è chiaramente lesivo dei diritti costituzionali e totalmente discriminatorio, che non pone nulla di scientifico nel dibattito relativo alla lotta alla Covid.

Riprendiamo un passaggio più che esaustivo dell'intera lettera:
"Siamo di fronte a un’esplicita violazione delle nostre libertà fondamentali, per cui addirittura diritti inalienabili come quello allo studio, al lavoro, alla libera circolazione non sono più universalmente riconosciuti, ma devono essere concessi a tempo. Lo stesso lasciapassare è un simulacro di libertà a scadenza.
È necessario rivedere criticamente l’ormai consolidato e ripetitivo paradigma per cui chi si vaccina si sacrifica in nome del bene comune, per un senso di responsabilità. Ebbene, anche noi siamo mossi da un enorme senso di responsabilità verso la difesa della libertà di scelta relativa all’inoculazione di questo siero – libertà sostenuta da solide riflessioni antropologiche, giuridiche, mediche e sociologiche – da parte di ogni individuo ed è questa convinzione che ci porta, nonostante tutto, a percorrere la strada più faticosa, lastricata di ricatti sempre più pressanti e a tratti insostenibili.".

#GreenPass imposto alla mensa aziendale IKEA: clienti e dipendenti esprimono il loro disappunto

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#GreenPass imposto alla mensa aziendale IKEA: clienti e dipendenti esprimono il loro disappunto

La campagna assurda e discriminatoria non si ferma, ora il greenpass arriva anche sul posto di lavoro e lo fa attraverso limitazioni che riguardano l'accesso alle mense aziendali.

Non importa se gli stessi dipendenti, colleghi, durante l'orario lavorativo occupano gli stessi ambienti e locali dove potrebbero tranquillamente infettarsi.
E non importa se già molti imprenditori, ancora nel 2020 su spinta delle varie normative e linee guida del Ministero della Salute, avevano già investito enormi capitali per attrezzature divisorie tra plexiglass o altri strumenti similari.

Non ci sarebbe molto da aggiungere nel valutare le assurdità che questo governo sta portando avanti, perché è palese che nulla di scientifico c'è in queste disposizioni.
Queste sono mere attività discriminatorie finalizzate a voler colpire chi ha scelto in piena libertà di non vaccinarsi, di non sottoporsi a una terapia sperimentale che non sta offrendo i risultati che qualcuno ha propagandato fin dall'inizio della campagna vaccinale di massa.

Lo dicono i numeri, lo dicono le stesse ospedalizzazioni che vedono vaccinati e non vaccinati in egual misura ricoverati (anche per altri motivi), ma positivi ai fantomatici tamponi.

Ma anche chi si è fatta portavoce della lotta contro le discriminazioni è caduta nel tranello e, nonostante rappresenti una nota realtà internazionale con sedi in tutto il mondo, si è di fatto subordinata a quanto chiesto dal Governo che sostiene che ci sia un obbligo per accedere alle mense (nonostante le precauzioni già adottate).

I sindacati non sono d'accordo, e si discute su chi debba fare effettivamente i controlli.

Pubblichiamo una lettera arrivata in redazione quest'oggi, che manterremo in firma anonima per tutela di chi oggi si sta esponendo per esporre il proprio pensiero critico, senza urlare dai social e senza volersi sostituire a chi la scienza medica la dovrebbe portare avanti con un utile contraddittorio.

All'interno dei locali IKEA compare un totem, che riporta quanto di seguito:

Car* Colleg*
Dal 16 agosto, nel rispetto delle nuove disposizioni di legge, per la consumazione al tavolo in mensa è richiesto, eccetto alcuni casi stabiliti per legge, esibire una certificazione verde Covid-19 (Green Pass) in corso di validità.

Per chi non avesse il certificato, c’è la possibilità di acquistare il pasto in modalità TAKE-AWAY.

Sottolineiamo l'attenzione riposta al comunicato, a partire dalla prima riga, attenta a non discriminare nessuno nemmeno nell'ambito sessuale, eppure si arriva a proporre, a chi privo del certificato, qualcosa di diverso.
Ci stiamo chiedendo, ma quel "take-away", esattamente, dove dovrebbero consumarlo i dipendenti IKEA?

Ovviamente le nostre pagine sono disponibili per chiunque vorrà intervenire.

Buona lettura!

Dissonanza Cognitiva?

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Dissonanza Cognitiva?

Il clima di tensione che stiamo vivendo in questi giorni e in queste ore è palpabile.
Dalle contestazioni nelle piazze di tutta Italia per il green pass, imposto dal 6 agosto con il Decreto Legge n. 175 del 23 luglio scorso, si è potuto percepire quanto la stanchezza regna sovrana e la tolleranza sia arrivata al suo minimo storico.
In un brevissimo periodo si sono distrutti contemporaneamente quello che era definito il principio di precauzione, caposaldo nell'ambito della salute, e il criterio di falsicabilità introdotto da Karl Popper, in netto contrasto con chi intende una politica di condotta cautelativa soprattutto nell'ambito della salute.

Oggi viene concesso il diritto alla paura nei confronti di un virus, ma al contrario nulla è consentito nei confronti di una terapia genica, attraverso un vaccino, che sta seminando sulla propria strada danni irreversibili fino ad arrivare alla morte.

Gente comune, operai, impiegati, segretarie, casalinghe, pensionati, tutti sono divenuti nel contempo esperti e vittime dello stesso sistema che però trova una forte alimentazione da parte di un mainstream capace, anche in un brevissimo lasso di tempo, di dire tutto e il contrario di tutto.

Pubblichiamo la lettera ricevuta da una nostra lettrice, che ha voluto concentrare la questione su quella che è certamente definibile una dissonanza cognitiva, e che si va a correlare senza indugio alla situazione attuale che sta interessando oggi il personale sanitario, domani certamente anche quello scolastico, vittime di sospensioni dal lavoro, con addirittura sospensione della retribuzione, senza il minimo rispetto di quel principio di precauzione laddove la questione scientifica che riguarda i vaccini anti-Covid è molto controversa.

La scuola nella pandemia. “Si va avanti, profe!”

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La scuola nella pandemia. “Si va avanti, profe!”

In questi giorni tutte le scuole italiane stanno riprendendo parzialmente la propria attività in presenza, e i riflettori sono rivolti soprattutto verso gli istituti di scuola superiore.
Nel mezzo del tam-tam mediatico che pone in prima linea presidi e alcuni sindacati che si dicono preoccupati per l'annunciata totale riapertura dal 26 aprile, nessuno rivolge le dovute attenzioni agli studenti.

Questa mattina abbiamo ricevuto in redazione la lettera di una professoressa, insegna storia e filosofia in una scuola della Lombardia.
Nulla abbiamo da aggiungere a questo che potrebbe essere un saggio, da cui tutti coloro che operano nell'ambito dell'istruzione dovrebbero prendere spunto per attuare profonde riflessioni. Quali danni sono stati perpetrati in questo anno e mezzo nei confronti dei ragazzi?

La cura non ha tempo. Le misure anti Covid non portino a trascurare la prevenzione e la cura del cancro. Ecco le nostre iniziative

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La cura non ha tempo. Le misure anti Covid non portino a trascurare  la prevenzione e la cura del cancro. Ecco le nostre iniziative

Riceviamo in Redazione il seguente Comunicato Stampa che pubblichiamo in toto allegando quanto in originale pervenutoci.
Il 4 febbraio è la GIORNATA MONDIALE CONTRO IL CANCRO.

Il Vice Presidente AMOlaVitaONLUS Dott. Mauro Moroni, Direttore Divisione di Oncologia Ospedale San Carlo Borromeo, Direttore Dipartimento di Emato-Oncologia ASST Santi Paolo e Carlo, Milano in una lettera aperta in occasione della Giornata mondiale contro il cancro che si celebra giovedì 4 Febbraio, lancia un SOS sul rischio che le misure anti Covid sottraggano tempi e spazi alla cura contro il cancro per una migliore qualità della vita dei pazienti.
Per questo, AMOlaVitaONLUS ha messo in atto iniziative di aiuto specifiche come la donazione di tablet ai degenti per permettere loro di tenersi in contatto con i familiari e l'omaggio di un kit anti Covid con l'intenzione di collaborare a mantenere l'assistenza la più “normale e calda possibile” e per ricordare che la lotta contro la patologia oncologica non deve fermarsi.

Uomo e libertà: il ritorno all’uomo integro. La persona umana nella Costituzione Italiana

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Uomo e libertà: il ritorno all’uomo integro. La persona umana nella Costituzione Italiana

Riceviamo e pubblichiamo con molto piacere la lettera pervenuta in redazione da parte di Mirella Manera, avvocato penalista di Milano, con la quale abbiamo condiviso indirettamente, negli ultimi anni, una lotta che è sempre andata a vertere a una informazione il più trasparente e obiettiva possibile.
Dalle righe a seguire emerge l'opportunità per poter riflettere su cosa sta avvenendo oggi nella nostra società, toccando temi importanti come la giustizia in relazione al concetto di umanità, moralità, etica e profitto, tutti argomenti con un unico filo conduttore.

RESET | Manifestazione Libertà e Verità | 30 gennaio 2021

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RESET | Manifestazione Libertà e Verità | 30 gennaio 2021

Nel giorno dell'ennesimo tentativo di questo Governo di trovare una maggioranza per poter permettere a certi parlamentari di restare ancorati alle poltrone, nel giorno in cui un presidente di una regione Lombardia dichiara che «Sulla zona rossa in Lombardia probabilmente non è colpa di nessuno», la redazione è lieta di dare spazio al Comunicato Stampa ricevuto nelle ultime ore da un Comitato di cittadini di Milano che, come altri nel resto d'Italia, ha superato il livello di tolleranza, il livello di guardia.

Il prossimo 30 gennaio, in Piazza XXV Aprile, dalle ore 15, è stata autorizzata una manifestazione, in seconda edizione a poche settimane dalla precedente e che aveva già avuto  successo per partecipazione e interventi.

Di seguito il comunicato ricevuto in redazione:

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