La Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Covid dovrebbe partire a marzo. Secondo quanto riferito da esponenti di governo, l’obiettivo di fare chiarezza non resterà circoscritto al piano pandemico mai applicato ma riguarderà a “tutto tondo” la ge...
La Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Covid dovrebbe partire a marzo. Secondo quanto riferito da esponenti di governo, l’obiettivo di fare chiarezza non resterà circoscritto al piano pandemico mai applicato ma riguarderà a “tutto tondo” la gestione Covid dal 2020 a 2022. Qui e qui.
Intanto ci si chiede quanto siano costati alla Sanità i vaccini anti Covid
Si sa che la famosa coperta è sempre troppo corta e che, dopo la pandemia, si è ristretta ulteriormente. Se negli ospedali mancano i letti, se i pazienti restano giorni in attesa nei pronti soccorso prima di essere ricoverati, (come ha documentato la trasmissione Fuori dal Coro), se non ci sono abbastanza medici, è perché manca il denaro, nonostante le tasse non siano diminuite, anzi: per un curioso fenomeno (che speriamo venga indagato) le imposte crescono in misura proporzionale a quanto si impoverisce il Sistema Sanitario.
Altro che “non irragionevole né sproporzionato” (cit. Corte Costituzionale), la Corte suprema di New York ha dichiarato “arbitrario, illegittimo e nullo” l’obbligo vaccinale contro il Covid-19 per i sanitari “perché i farmaci mRNA non prevengono la trasmissione del virus”.
Qui trovate la decisione, depositata il 13 gennaio 2023, firmata dal giudice Gerard Neri che ha stabilito che l’obbligo vaccinale Covid-19 per gli operatori sanitari è da ritenersi “nullo e senza effetto“. Respinta la richiesta di archiviazione inoltrata dal Dipartimento di Salute.
Nell’augurarvi buon anno, cedo a una previsione. Presto si parlerà in televisione di quanto i vaccinati siano protetti. Intendo dire che ai telegiornali e alle trasmissioni dedicate alla pandemia verrà dato spazio ai dati ISS che monitorano l’infezione e la protezione individuale ogni sette giorni.
Se state pensando che queste notizie abbiano già fin troppo spazio, vi invito a proseguire.
Guardando ai dati ISS del 24-12-22 emerge che, in percentuale, si infettano di più i vaccinati rispetto ai non vaccinati, dai 5 ai 79 anni.
In dettaglio: rispetto ai coetanei che non hanno mai fatto un vaccino anti Covid, i bambini di 5-11 anni si infettano il 39% in più; i giovani adulti 12-39 anni con booster il 36% in più e gli adulti 40-59 anni il 64% più.
Solo fra 80enni e over 80 i dati ISS mostrano nei vaccinati con un booster meno infezioni dei non vaccinati.
“Emerge che più dosi si fanno, più aumenta la suscettibilità all’infezione e che le percentuali sono in peggioramento rispetto ai bollettini precedenti- mostra Alberto Donzelli, Specialista in Igiene e Medicina Preventiva, e membro della Commissione Medico-Scientifica indipendente – Questi sono dati che riguardano le infezioni (quindi anche la trasmissibilità del virus). I vaccini proteggono (ancora) dalla Covid 19 ma dopo tre mesi circa anche questa protezione si riduce”. Si vedano la tabelle 21 dicembre (Tab. 5A pag. 25 e Tab. 6, pag. 29)
Alla mortalità dedicheremo articoli prossimamente. Per ora è utile sapere che l’incidenza della Covid sulla mortalità generale è molto bassa (meno di 100 decessi sui 1.800 giornalieri) e che la mortalità generale è aumentata dal 2021, come è messo in luce dal Sistema Sanitario inglese.
L’appello ai politici
Nel frattempo la Commissione Medico Scientifica indipendente si è appellata ai politici. “Le prove scientifiche accumulate finora impongono cambi di rotta nelle strategie vaccinali. È inaccettabile sentir parlare ancora di efficacia (parziale) dei vaccini nel prevenire l’infezione da SARS-CoV-2, ‘a tutela della comunità’, con riferimenti erronei ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità ISS. I dati mostrano quanto appena illustrato. E sono alla portata di tutti. Chiediamo a chi ha responsabilità pubbliche nel nostro Paese, nonché ai sanitari e a tutti gli interessati, di attuare le semplici verifiche che proponiamo sulle tabelle dei Bollettini ISS”.
Non è tutto: “Le vaccinazioni non hanno avuto effetto nel contenere l’ondata pandemica, i dati italiani sono coerenti con un grande numero di studi internazionali”.
Secondo la Commissione Medico Scientifica, è stato proprio il dibattito pubblico distorto “ad aver portato fuori strada la Consulta, con la riproposizione di affermazioni contrarie a quanto emerge dai dati”.
Ricordiamo che la Corte Costituzionale, per la prima volta da quando esiste, non ha emesso pronunce sulla costituzionalità dei provvedimenti adottati in pandemia ma ha dichiarato di “essersi basata sulla scienza”.
Ps. Dopo aver interpellato il Parlamento, la Commissione ha ricevuto riposta dall’onorevole Andrea Barabotti (Lega) :
“Ritengo che la strada da percorrere, come proposto dalla Lega, sia quella di istituire una commissione parlamentare sulla gestione della pandemia. Nell’ambito dei lavori di quella commissione le vostre analisi potrebbero senza dubbio trovare la giusta attenzione”.
Infine. Vi mostro nell’ Allegato pdf un commento del lettore Max (che non ho mai pubblicato) a cui ha risposto per me il dottor Donzelli, membro della Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi), che ringrazio.
Non si svolge più al Politecnico di Torino, il congresso intitolato “Salute, Scienza e Società alla prova della pandemia”. Un dibattito articolato su cinque aree tematiche: Medicina, Diritto, Bioetica, Sociologia e Comunicazione per riflettere sulla pandemia Covid 19 a distanza di due anni e mezzo. La preparazione dei lavori è in corso da diversi mesi, i relatori che hanno risposto all’invito appartengono a tutti i Paesi. Gli interventi iniziano oggi, lunedì 21, alle ore 15 e si concluderanno venerdì 25 con la tavola rotonda delle ore 17, nella sede dello Sporting Dora di corso Umbria 83, a Torino.
È stato divulgato il tredicesimo rapporto Aifa di sorveglianza passiva sui vaccini anti Covid. Il periodo preso in esame parte dall’inizio della campagna vaccinale, il 27 dicembre 2020 e arriva fino al 26 settembre 2022.
La prima osservazione che balza all’occhio è che, stando ai dati raccolti da Aifa, le vaccinazioni anti Covid sembrerebbero quasi innocue. Non sono evidenziati eventi avversi gravi come gli ictus conseguenti a rialzo pressorio di cui ci ha parlato il medico intervistato nel precedente post. Non vi sono elencati mieliti trasverse, paralisi dei nervi facciali, embolie con e senza piastrinopenia, trombocitopenie immunitarie, sindromi da perdita capillare, emorragie uterine, peri e miocarditi e gonfiori facciali in chi ha ricevuto filler. Malattie che invece hanno afflitto gli abitanti del Regno Unito dopo le stesse vaccinazioni.
La differenza è vistosa. Mentre in Italia il tasso di segnalazione è di 99 ogni 100.000 dosi, in Gran Bretagna è più del doppio. Il sistema di segnalazione del cartellino giallo, pur essendo anch’esso una forma di vigilanza passiva, riporta 2-5 segnalazioni ogni 1.000 vaccini.
Da un lato la notizia che i bambini piccoli, negli Stati Uniti, si stanno ammalando di più (di raffreddori) da quando hanno smesso di indossare le mascherine. Perciò i medici parlano di immunità compromessa.
Dall’altro la volontà di vaccinare contro il Covid (per la prima o seconda-terza volta) i bimbi più piccoli, altrimenti denominati “serbatoi di virus”, untori in grado di far ammalare (ma due anni fa si diceva uccidere) i nonni. Questo succede in Italia.
In mezzo alle due notizie c’è l’Oceano. Da una parte i medici si chiedono come mai i bambini siano diventati così cagionevoli. E, guardate, alla fine la conclusione è che troppe protezioni fanno male. “L’immunità si indebolisce se non è stimolata – ci spiega l’epidemiologo Stefano Petti – , sembra un paradosso ma è così. Vivere in assenza di microbi è come trovarsi con una gamba ingessata: tolto il gesso la gamba deve riprendere a funzionare”.
Ma nel Paese capofila delle strategie vaccinali prevalgono altre riflessioni. Come mai i piccoli sono sfuggiti alla campagna di iniezioni a tappeto? Si chiedono alla Sip, Società Italiana di pediatria.
Di cosa ha bisogno la Sanità italiana? Non certo di allontanare i medici del servizio pubblico preferendogli i turni delle cooperative esterne. Neppure di ridurre al lumicino i medici di medicina generale, ingabbiati nello svolgimento di mansioni da burocrati e disincentivandoli dal visitare i pazienti a domicilio.
Uno dei tanti insegnamenti che ci ha lasciato questa pandemia è proprio la consapevolezza dell’importanza della Medicina del territorio.
Ricorderete l’oncologo e professore di Piacenza, Luigi Cavanna, che già nel novembre 2020 si impegnò a visitare i malati seguiti dal suo reparto casa per casa. Tutti i pazienti oncologici del professore, colpiti dalla polmonite da Sars Cov 2, superarono l’infezione. Erano “fragili”, indeboliti dal cancro e dalla chemio ma non sono morti di Covid, al contrario di migliaia di vittime, non fragili, abbandonate ai loro domicili, senza l’assistenza di un medico.
Il Comitatoper l’etica della Biomedicina, CIEB, ha espresso un parere sul primato dell’essere umano rispetto ad altri interessi, quelli che il governo, dall’inizio della pandemia a oggi, ha indicato come prioritari e ineluttabili.
È morto a 18 anni, il 31 dicembre scorso, 55 giorni dopo la seconda vaccinazione anti Covid. Ma per Aifa non esiste. Il suo caso non compare nemmeno tra i decessi “scartati”, quelli segnalati e non correlati alla vaccinazione. L’autopsia richiesta dal giudice dopo la denuncia della famiglia attribuisce il decesso a “causa naturale” pur con “la presenza istologica di pericardite e miocardite”. Il ragazzo era sano, studiava e viveva con il padre a Londra dove si era vaccinato, la prima volta l’11 settembre e la seconda il 6 novembre 2021 (entrambe con Pfizer e senza accusare alcun malessere).
Ma il 31 dicembre era in Italia, dalla madre, quando è stato trovato morto dal fratello, poco prima di pranzo. Dopo il parere del medico legale, il Pm chiede l’archiviazione. Ma l’avvocato della famiglia si oppone. La perizia di parte ha prodotto altri documenti, l’esclusione di un nesso causale va valutato in modo più approfondito. Secondo Eugenio Sinesio, cardiologo ed ematologo e co-firmatario della perizia, ad esempio, vi sarebbero prove che fanno incorrere Aifa in errori.
Per sapere cosa ci attende dopo il voto del 25 settembre è utile sapere che il governo dimissionario sta continuando a legiferare non solo su “questioni correnti”. Ci riferiamo alla sostanziosa donazione di 100 milioni di euro alla Fondazione Gavi di Mr Bill Gates che si occupa di distribuire vaccini ai Paesi poveri. (Sembrerebbe una buona cosa se non fosse che lo scorso gennaio la stessa Gavi ha regalato all’Africa vaccini quasi scaduti e che 100 milioni di dosi sono state bruciate nei falò).
Il nuovo aiuto economico è stato inserito in sordina nel decreto-legge 115 del 9 agosto 2022 dedicato alle misure urgenti su “energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali» (il cosiddetto Decreto Aiuti Bis).
Non se ne è parlato, no, siamo in campagna elettorale. Si vede che si tratta di un regalo di cui non vantarsi…
Nell’ultimo report dedicato alla farmacovigilanza passiva dei vaccini anti Covid, Aifa distingue, come prassi, fra le reazioni sospette e quelle che invece sono riconosciute come causalmente correlate alle vaccinazioni.
Anche in questo caso, però, emerge una mastodontica incongruenza con quanto riportato dall’ Istituto Superiore di Sanità, proprio come abbiamo visto nel calcolo dei deceduti Covid vaccinati con ciclo completo (vedi post precedente).
Per Aifa, nel trimestre preso in esame (aprile maggio giugno), sono 328 gli eventi avversi gravi causati dalle vaccinazioni, mentre per l’ISS sono all’incirca 126 volte di più.
La differenza riguarda le persone decedute con diagnosi Covid 19 e/o complicanze che hanno ricevuto il ciclo completo di vaccinazione. Questi casi sono definiti “fallimenti vaccinali”.
Secondo Aifa vi è stato un solo fallimento vaccinale. L’agenzia riporta di un 83enne deceduto per complicanze da Covid benché abbia fatto tre dosi di vaccino nei cinque mesi precedenti. Si trova a pag 12 del report di vigilanza passiva appena divulgato e riferito all’ultimo trimestre.
Tedros Adhanom Ghebreyesus è il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ha dichiarato pochi giorni fa che la diffusione del vaiolo delle scimmie è un’emergenza sanitaria mondiale (PHEIC), ma lo ha deciso da solo. Il comitato consultivo dell’OMS – nato proprio per valutare le situazioni di emergenza e prendere provvedimenti – non era d’accordo.
“Questa è la prima volta dal 2005, da quando è stato creato il sistema PHEIC che l’agenzia si esprime senza il parere di una maggioranza dell’assemblea”, scrive Science.
Il comitato di emergenza dell’OMS, si è riunito il 21 luglio senza raggiungere il consenso, ma Tedros Adhanom Ghebreyesus ha convocato una conferenza stampa e stabilito il PHEIC per il vaiolo delle scimmie.
Le parole di Tedros:
“Abbiamo un focolaio che si è diffuso rapidamente in tutto il mondo (70 Paesi) attraverso nuove modalità di trasmissione di cui capiamo troppo poco e che soddisfa i criteri delle normative sanitarie internazionali'”. E poi:
“Sono consapevole che ci sono opinioni divergenti tra i membri del comitato”.
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