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INTESA SENZA TUTTI GLI ATTORI COINVOLTI. E PROBLEMI DI PRIVACY.

Brescia: 4 ore di permesso retribuito. L'accordo quadro decide che a pagare siano gli imprenditori

Brescia: 4 ore di permesso retribuito. L'accordo quadro decide che a pagare siano gli imprenditori
  • INTESA SENZA TUTTI GLI ATTORI COINVOLTI. E PROBLEMI DI PRIVACY.
3 - 5 minuti di lettura

E' quanto si apprende dai quotidiani locali e dagli uffici stampa dei sindacati coinvolti e dagli enti sanitari e istituzionali: il tempo utile per recarsi presso l'hub per l'inoculazione del vaccino è da considerarsi a tutti gli effetti un permesso retribuito, di 4 ore.

L'articolo 5 dell'accordo quadro prevede che "il tempo necessario per la vaccinazione Covid-19 è equiparato a tutti gli effetti all'orario di lavoro e pertanto verrà concesso un permesso retribuito di massimo 4 ore".

Ma in attesa di eventuali chiarimenti, la maggior parte dei consulenti del lavoro che si occupano della redazione degli stipendi di fine mese si sono chiesti su chi pesa l'onere, se sul dipendente che si vedrà sottrarre il tempo dai permessi maturati, o solo sul datore di lavoro vedendo lo stesso come un permesso speciale retribuito. Al momento è su questa seconda ipotesi che verte la maggioranza. E non mancano problemi legati alla Privacy.

Un accordo siglato da varie organizzazioni sindacali bresciane, quali CISL, CIGL, vari rappresentanti dell'imprenditoria tra cui Confindustria, Apindustria, Associazione Artigiani, Coldiretti, Confalgricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, CNA e FAI, la Camera di Commercio e la Prefettura e gli enti sanitari ATS e ASST Spedali Civili.

Un protocollo di intesa mirato ad "accellerare, sostenere e promuovere" la somministrazione dei vaccini per tutti i lavoratori bresciani, siglato presso la Prefettura di Brescia “dopo una lunga e non facile gestazione – sottolinea Alberto Pluda, segretario della Cisl provinciale – per evitare che un’azione così importante diventasse palcoscenico di inutili protagonismi di parte e dannose contrapposizioni al piano vaccinale nazionale“ 1.

Quello che non è chiaro, al momento, è quali e quante siano le imprese che si sono rese disponibili per questa azione condivisa che impegnerà la stessa ASST per mappare tutti i relativi dipendenti.

Ciò che sembra più limpido agli addetti ai lavori è che le 4 ore riconosciute al dipendente per recarsi presso l'hub vaccinale non saranno scalate dai permessi maturati e saranno a carico dei datori di lavoro.
C'è da chiedersi se, difronte a quell'atto di responsabilità ai quali molti imprenditori sono richiamati,  sono d'accordo tutti gli attori coinvolti su questa scelta frutto di una strategia di vaccinazione di massa che sta lasciando molte perplessità su efficacia e rischi.

Dalla CGIL Brescia si apprende che "l’utilizzo del permesso di 4 ore riguarda il tempo necessario per la vaccinazione effettuata durante l'orario di lavoro, comprensivo del tempo per arrivare/tornare dall’Hub" 2.

La vaccinazione quindi, secondo l'accordo, è equiparato a tutti gli effetti all'orario di lavoro, pertanto verrà concesso un permesso retribuito, ma di natura speciale che quindi non va a ledere quelli maturati dal proprio contratto di lavoro.
Il tempo è il medesimo sia per il grande Hub del Brixia Forum, sia per gli Hub provinciali.

Ma cosa ne pensa chi quell'onere lo deve sostenere? I sindacati e i vari rappresentanti delle varie confederazioni hanno realmente espresso la volontà di chi da un anno e mezzo sta affrontando con fatica anche le problematiche economiche derivanti dalla gestione pandemica?

Come sempre si fanno i conti senza l'oste.
Da un lato non si considerano i campanelli d'allarme provenienti, peraltro, dagli stessi nosocomi che registrano accessi anomali ai Pronto Soccorso di persone che lamentano reazioni avverse al vaccino. Ne abbiamo parlato proprio nei giorni scorsi con un articolo dedicato 3 e siamo ancora in attesa dei relativi chiarimenti

Ma soprattutto non si da nemmeno seguito a quanto espresso da enti istituzionali e nazionali, come il Garante della Privacy.
Si perchè quello che alcuni imprenditori si stanno sentendo dire dai propri consulenti è che "l'azienda potrà richiedere l'esibizione del certificato di vaccinazione rilasciato dalla struttura sanitaria": affermazione quanto mai errata e priva di fondamento.

Infatti, il 24 maggio scorso, con una nota pubblica sul sito web, il Garante si esprime in materia di "Vaccinazioni sul luogo di lavoro: le indicazioni del Garante privacy. Disponibile anche il documento sul ruolo del medico competente" 4.

Il Garante per la privacy ha adottato un documento di indirizzo sulla vaccinazione nei luoghi di lavoro, per fornire indicazioni generali sul trattamento dei dati personali, in attesa di un definitivo assetto regolatorio.

Le conclusioni sono che "tenuto conto dello squilibrio del rapporto tra datore di lavoratore e dipendente, il consenso del lavoratore non può costituire in questi casi un valido presupposto per trattare i dati sulla vaccinazione così come non è consentito far derivare alcuna conseguenza, né positiva né negativa, dall’adesione o meno alla campagna vaccinale.".

 

Fonti:

  1. CISL Lombardia | Brescia, 4 ore di permesso retribuito per vaccinarsi | 11 giugno 2021
  2. CGIL Brescia | Accordo quadro. Progetto Speciale Vaccini | 24 giugno 2021
  3. Informazione Libera Press | Reazioni avverse ai vaccini Covid: confermato sovraffollamento dei Pronto Soccorso | 25 giugno 2021
  4. Garante Privacy | Vaccinazioni sul luogo di lavoro: le indicazioni del Garante privacy. Disponibile anche il documento sul ruolo del medico competente | 14 maggio 2021

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