Cronaca sanitaria

Interpellanza regionale

Ergo, Regione Lombardia non dispone di anagrafe vaccinale centralizzata

Regione Lombardia non dispone di anagrafe vaccinale centralizzata
  • Interpellanza regionale
4 - 7 minuti di lettura

Regione Lombardia non dispone di una anagrafe vaccinale centralizzata.
Dopo una interpellanza promossa da alcuni genitori lombardi, attraverso il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, lo si evince dalla risposta ufficiale fornita direttamente dall’Assessorato Sanità della Regione, Giulio Gallera.
Si evidenziano quindi alcune criticità che vengono sottolineate anche dal titolo di un evento / corso di formazione per giornalisti che, tra gli ospiti, vede anche la presenza dell’Assessore Gallera e del Direttore Generale al Welfare, Luigi Caiazzo.

L’anagrafe vaccinale è uno dei punti cruciali sui quali si è tanto dibattuto in merito alla Legge 119/17 relativa agli obblighi vaccinali in Italia.

La normativa infatti prevedeva l’avvio di un sistema informatizzato e centrale per tutte le regioni affinché i dati venissero inseriti in un unico database regionale.

E’ importante questo aspetto in quanto le regioni con anagrafe vaccinale centralizzata potevano accedere a una procedura semplificata, mentre quelle ancora sprovviste di tale sistema, mantenevano la procedura definita “ordinaria”.

Il decreto fiscale, che ha visto la conversione del DL 148 di ottobre 2017 nella Legge 172 il 4 dicembre 2017, prevedeva infatti due distinte procedure.

Anche il Garante della Privacy, in tal senso e proprio legandosi all’esistenza dell’anagrafe vaccinale, non ha mai autorizzato il flusso dei dati sanitari dalle ASL alle scuole, ma piuttosto ha autorizzato la comunicazione di dati personali NON sensibili dalle scuole alle autorità sanitarie, ovvero l’elenco degli iscritti.

Premessa doverosa quando si apprende che genitori della Lombardia, attraverso il gruppo consigliare del Movimento 5 Stelle, inviano una interpellanza alla regione per comprendere meglio quale sia la situazione nel territorio con la più alta popolazione in Italia.

Una interrogazione quindi rivolta al Governatore lombardo e all’assessore competente con domande molto esplicite:

  • esiste una anagrafe vaccinale in Regione Lombardia? E’ attiva e implementata?
  • quali sono gli atti/delibere/determine che hanno avviato l’iter di implementazione del software?

e molte altre richieste di informazione che possono aiutare a comprendere quale sia la realtà, lo stato attuale delle cose.

La risposta ha tardato ad arrivare, il documento che alleghiamo è pervenuto agli interlocutori solo pochi giorni fa.



Chi ha seguito da vicino tutto il dibattito, sa che la Lombardia ha avuto non pochi problemi, tanto da arrivare a richiedere l’attuale piattaforma utilizzata dal Veneto (che l’anagrafe vaccinale ce l’ha da tempo), denominata SIAVR.

E’ ufficiale la seduta (n. 253 del 18/12/2017) dove Regione Lombardia approvava uno schema di convenzione con la Regione Veneto per l’acquisizione del software. Il documento ufficiale lo potete reperire qui.

Quello che si apprende dalla risposta pervenuta, a firma dell’Assessore Gallera, lascia un pò di perplessità sulle procedure e soprattutto tempistiche.

Sul fatto che il flusso dei dati dalle ASL alle scuole sia avvenuto, non c’è dubbio, anche per le testimonianze raccolte da migliaia di genitori, ma ci si chiede se questo sia stato gestito nel pieno rispetto della normativa e di quanto dettato dallo stesso Garante.

Dopo una lunga e doverosa premessa, viene specificato che nel febbraio 2018 era stata avviata una convenzione con Regione Veneto per “l’acquisizione a titolo gratuito non esclusivo del diritto al riuso del programma applicativo denominato Sistema Informativo Anagrafe Vaccinale Regionale SIAVR in quanto tale software si dimostrava rispondente alle esigenze di Regione Lombardia”.

Sempre sul testo ufficiale, reperibile anche sul sito della Regione, il SIAVR è in corso di implementazione a partire dal territorio della ATS Bergamo (ex ASL).

Dal 3 settembre scorso ATS BG e relative ASST con i centri vaccinali hanno in utilizzo tale software, ma è in corso analoga operazione anche sui territori di Pavia, Insubria, Brescia, Montagna, Valpadana, Brianza.
Viene indicata come data per questi territori il primo trimestre 2019.

Ci poniamo quindi una doverosa domanda, ma ci rispondiamo anche da soli: in Regione Lombardia l’anagrafe vaccinale informatizzata non è ancora implementata cosi come richiesto dalla attuale Legge in vigore.

Viene precisato peraltro che tutto il processo vaccinale in Regione Lombardia “ha sempre rispettato le disposizioni della normativa in materia di protezione dei dati personali e sensibili”.

Ma rispetto a questa affermazione ci si chiede, in materia di validità di quello che sono delibere e circolari regionali, se possono avere più valenza queste rispetto a una legge nazionale che, peraltro, come da sentenza dello scorso anno rispetto al ricorso del Veneto, fa riferimento ai LEA e quindi non riferibile alle singole regioni.

Alleghiamo anche il Comunicato Stampa della associazione Colibri (Comitato Libertà Brianza) che per prima ha avviato l’interpellanza insieme ad altri genitori del territorio lombardo.

Nel testo si evince proprio quanto sia stata evidentemente molto attenta la popolazione lombarda sul tema, tanto da denunciare uno stato di “polizia sanitaria” in una Regione che, dal canto suo, non è ancora del tutto allineata rispetto a quanto richiesto dalla normativa.

Se la regione risponde che “il SIAVR è in corso di implementazione a partire dalla ATS Bergamo…..” e si termina l’informazione con “… la cui conclusione deve avvenire entro il primo trimestre 2019”, porta l’attenzione su un punto pressoché esplicito: “Ergo, Regione Lombardia non dispone di un’anagrafe vaccinale centralizzata”.

Alle notizie che vengono evidenziate sopra, si aggiungono anche altri preoccupanti fattori in termini di trasparenza di informazione.

Nei giorni scorsi molti hanno intravisto sui Social una locandina, che riportiamo integralmente qui sotto, che ha destato molto interesse: IL NUOVO PIANO NAZIONALE DI PREVENZIONE VACCINALE: criticità ed obiettivi per la Regione Lombardia. Milano, 15 ottobre 2018.

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Ci si chiede se tra queste “criticità” ci sia la volontà dell’Assessore Gallera, indicato nel programma del giorno proprio per i saluti istituzionali, di esporre appunto il fatto che l’anagrafe in Lombardia non è ancora completa.

La particolarità dell’evento, aldilà del sostegno indicato in calce che produce i principali vaccini distribuiti in Italia, è che dopo la sua diffusione non se ne è più trovato traccia, seppur l’evento risulti perfettamente calendarizzato.

Pare che la prima interpretazione, che lo definiva un “convegno”, sia errata in quanto è divenuto un evento da crediti formativi (ECM) per i giornalisti.

L’aspetto singolare che parrebbe un evento / esercitazione per giornalisti che otterranno informazioni su come divulgare le notizie sul “nuovo” piano nazionale di prevenzione vaccinale, con indicazioni sui processi organizzativi in capo alla regione per le vaccinazioni, la chiamata attiva, fonti accreditate e fake news, “vaccine hesitancy” e responsabilità dei media. L’attenzione chiaramente la poniamo anche e soprattutto su questo ultimo punto, che grassettiamo non a caso.

Ancora più interessante che di questo evento, che fornisce crediti ECM, non se ne trova traccia tra gli eventi dell’ordine dei medici, tantomeno in quello dei giornalisti.

Viene inserito nel portale SIGEF (a solo accesso dei giornalisti iscritti all’Ordine) con il link per poterne chiedere l’accreditamento:

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Non si comprende nemmeno se le spese di tale evento, che si terrà in un rinomato Hotel milanese che di certo non ha alcuna responsabilità a riguardo, a chi saranno in carico, dato che i crediti ECM qualcuno li dovrà pur sostenere.

Siamo sicuri che l’Assessore Gallera risponderà a questi quesiti per togliere ogni ombra sull’evento stesso che si collega di molto alle criticità che appunto aleggiano in Lombardia circa i dati estratti da queste piattaforme inerenti i dati vaccinali della regione, dai quali dovrebbero venire estratte poi le informazioni che troviamo spesso dichiarati sugli organi di informazione, oltre che essere fonte di studio per i dipartimenti scientifici che dovrebbero tenere sotto controllo la prevenzione.


Alcune scuole hanno informato che i primi elenchi forniti dalle ATS (e qui ci focalizziamo sulla corretta interpretazione della normativa in materia di privacy) riportavano i nomi dei bambini con indicata a fianco la dicitura “conforme / non conforme”.

Le parole di alcuni direttori scolastici sono state molto esaurienti: “… siamo caduti dalla sedia, la metà della scuola l’avremmo dovuta lasciare a casa”.



Ma allora, come stanno le cose? Ministro Grillo, prima di implementare un DDL come il 770 attualmente in discussione presso la 12^ commissione del Senato, non sarebbe il caso di risolvere queste lacune in ogni Regione italiana?

E se tutto quanto confermato dai documenti ufficiali riportati pone una Lombardia in queste condizioni, come sono messe tutte le altre regioni in Italia?

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