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Banchetti informativi per il DDL 770: così a Lecco ci si rivolge alla cittadinanza

Banchetti informativi per il DDL 770: così a Lecco ci si rivolge alla cittadinanza
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3 - 6 minuti di lettura

Tiene banco ormai da due anni la polemica sul tema della prevenzione vaccinale, un dibattito acceso che, dopo l'approvazione del DL 73, convertito poi nella Legge 119 a fine luglio 2017, ha visto più che altro dividere l'opinione pubblica in fazioni contrapposte.
Ma siamo sicuri che siano tutte adeguatamente e realmente informate? E' la domanda che si sono posti diversi genitori volontari che, domenica scorsa, hanno voluto allestire un banchetto informativo nel centro di Lecco.
Mettendosi a diretto contatto con la cittadinanza, hanno raccolto esperienze e opinioni anche da parte di chi crede di non essere coinvolto da ciò che si sta configurando con il DDL 770, attualmente in discussione presso la Commissione Sanità del Senato.

Oltre a materiale informativo distribuito ai passanti, una locandina con una domanda chiara e netta: "Conosci il Disegno di Legge 770?".

La nostra redazione ha voluto dedicare una intera sezione alla proposta presentata in Senato a firma del M5S e Lega, con l'intero documento, un dossier in formativo, 1.500 pagine di allegati, proposte di emendamento di un Comitato nazionale per la libertà di scelta, e articoli di approfondimento per spiegare cosa si prefigge questo DDL.

Quello che molti cittadini hanno dimostrato di non sapere, aldilà del testo proposto in Commissione Sanità, è il fatto che con la nuova Legge il Governo intenderebbe superare i limiti e le lacune della 119.
Tra questi, il fatto di rivolgersi "solamente" a una fascia di età che va dai 0 ai 16 anni.

E le intenzioni del Ministero della Salute vengono confermate anche dalla bozza di intesa sul documento recante "Piano nazionale per l'eliminazione del morbillo e della rosolia congenita (PNEMoRc) 2019-2023".
In questo documento si evidenzia un piano che si prefigge, nel giro di soli quattro anni, di eradicare il morbillo portando alla vaccinazione oltre 2 milioni e mezzo di cittadini italiani facenti parte delle coorti di nascita dal 1975 al 2000.

Ma come hanno reagito quindi i passanti difronte alle domande poste dai volontari e al materiale informativo consegnato?
Lo abbiamo chiesto ad alcuni degli organizzatori.

D.: Come è stato l'approccio e quale la reazione della cittadinanza? Avete avuto brutte esperienze?

R.: Francamente pensavamo peggio. Con la precisa volontà, soprattutto da parte dei media, ma anche con il contributo di alcuni esponenti del Governo che tendono ad alimentare l'esistenza di fazioni contrapposte, ci aspettavamo brusche e numerose reazioni dettate soprattutto dall'ignoranza.
Solo un paio di persone hanno voluto mostrare la propria disapprovazione: in un caso banali epiteti che hanno mostrato la scarsa capacità nel sostenere le proprie argomentazioni.
Nel secondo caso è stato spiacevole sentir affermare da una donna, rivolgendosi ad una delle nostre volontarie, madre di un bambino danneggiato da vaccino, che "il sacrificio di suo figlio era giusto al fine di proteggere l'immunità di gregge".

Sono frasi spiacevoli, ma purtroppo fino a quando nell'opinione pubblica resterà diffuso lo stereotipo del "deceduto in guerra", non possiamo pretendere di riuscire ad approfondire concetti cardine che riguardano una scelta consapevole nell'ambito della prevenzione vaccinale.

D.: Che risposte avete ottenuto?

R.: La cosa più sconcertante è che nonostante in Italia ci sia una stampa per buona parte di regime, che mostra solo un rovescio della medaglia, la disinformazione dilaga a più livelli.
Molte persone, di varie fasce di età, erano a conoscenza dell'esistenza di una Legge che in Italia impone le vaccinazioni ai bambini, ma nulla sapevano riguardo alle intenzioni di rivolgersi a coorti di fascia adulta che più sono interessate da certe malattie, come quella dai 15 ai 39 anni e che riguarda, ad esempio, il morbillo.

Abbiamo anche ricevuto risposte che da un lato facevano sorridere, ma dall'altra davano il senso dell'ignoranza di molte persone: finchè si tratta di vaccinare dei bambini, tutto bene, passa il concetto che "è fatto per il loro bene"
Ma se è un adulto ad essere oggetto di una vaccinazione, magari obbligata da una Legge, allora le cose cambiano.

Da qui si evince quanto poco si conosca il tema della prevenzione, o quanto poco ci si interessi a un tema che è, alla fine, solo politica sanitaria.
Fin quando non tocca la propria pelle, se le imposizioni sono rivolte ad altri, l'obbligatorietà di una attività sanitaria diventa una azione accettabile.

D.: Tra le persone intervistate, avete avuto qualcuno interessato, a vari livelli, alla Sanità per il proprio lavoro?

R.: Si, ci sono stati, un informatore farmaceutico e alcuni medici.
Il primo era tutto impegnato a cercare dati che si riferivano al piano di eradicazione del morbillo, quante persone potessero essere coinvolte da questa operazione, ma lo abbiamo anticipato fornendo l'opuscolo dedicato.

Il rapporto con i medici è stato esemplare, corretto e di reciproca stima, ma questo ormai per molti di noi è un déjà-vu.
Molto spesso, nel rapporto privato, sono per primi gli stessi medici a non spingere le vaccinazioni, portando esperienze dirette di danni causati da una vaccinazione.

D.: Ed ora, dopo questa esperienza, ripeterete ancora l'allestimento di questi banchetti?

R.: Assolutamente si, aldilà dell'esperienza più che positiva, ci siamo resi conto che solo così possiamo arrivare alla gente.

Fin quando la stampa proseguirà ad utilizzare etichette dispregiative per definire genitori critici nei confronti delle vaccinazioni, non andremo da nessuna parte, a qualcuno conviene mantenere il dibattito ad un livello alto e di sola polemica, per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dal reale problema.

Fortunatamente la scienza non ha una sola voce in campo.
E' assurdo che in Italia, solo grazie al contributo di privati, si sia potuto dare il via a analisi approfondite sui vaccini che hanno mostrato gravi carenze o contenuti inaspettati,  per portare poi la questione direttamente in Parlamento.

Non ci fermeremo qui, anche perchè oltre i banchetti informativi, e i gazebo che presto partiranno anche in altre città, entreremo anche nelle scuole.
Perchè dovete sapere, non tutti i direttori scolastici sono degli "sceriffi", molti di loro hanno compreso, dall'alto della loro professione, cosa significa che la "SCUOLA E' APERTA A TUTTI".

In Italia si sono inventate epidemie, solo per spaventare la popolazione.
Si è tirata fuori la figura dell'immunodepresso, per arrivare alla "pancia" della gente, non facendo riflettere la collettività che in una scuola, come in qualunque luogo pubblico, non sono le vaccinazioni che possono risolvere il problema.

Ma le bugie hanno le gambe corte, e contribuiremo a far emergere la verità.

 

Ringraziamo questi volontari per la testimonianza che hanno voluto portare alla nostra attenzione.

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