Raccomandazione al sapore di imposizione: quando vaccinarsi diventa un dogma (parte seconda)

- Parola d’ordine “controllo della popolazione”
Torniamo a parlare di Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 7 Dicembre 2018, quel documento che in sette pagine vorrebbe standardizzare la prassi vaccinale dell’intero vecchio continente, senza tener conto di eventuali strategie autoctone, diversificate a seconda della situazione epidemiologica di ciascun stato membro.
Gli obiettivi della Commissione
Informazione a senso unico, passaporto vaccinale, censura, indottrinamento.
Il piano prevede di raggiungere quanto sopra, soffocando la libertà di pensiero e di opinione, nonché limitando fortemente l'autonomia professionale necessaria allo svolgimento della professione medica in scienza e coscienza, in virtù del principio di precauzione e della medicina personalizzata.
Le contraddizioni
Risulta curioso riscontrare la necessità di dover persuadere perfino gli operatori sanitari, poiché le coperture riferite a questa categoria risultano insufficienti (punto 7).
Dunque, ciò significa che la situazione vaccinale degli operatori non è poi così distante da quella di coloro che manifestano esitazione nei confronti della pratica vaccinale.
Ergo, se risulta necessario aumentare le coperture del personale sanitario e paramedico, è evidente che l’esitazione aleggia anche e soprattutto tra le fila degli operatori sanitari.
Ecco allora che i poteri sovranazionali tentano di mascherare sotto mentite spoglie, quale strumento di prevenzione primaria, la necessità di persuadere sempre più categorie, ripetendo pedissequamente di voler lottare con fermezza contro qualsiasi posizione scettica.
Immunità di gregge
Controllo della popolazione? Schedatura senza frontiere e approccio standardizzato tipico della tecnocrazia, il tutto farcito dalla totale assenza di informazioni complete circa la possibilità di incorrere in rischi per chi si sottopone.
Come? Finanziando le campagne di persuasione e obbligatorietà sotto forma di ricatti professionali e formativi. Dunque, ciò significa che la situazione vaccinale degli operatori non è poi così distante da quella di coloro che manifestano esitazione nei confronti della pratica vaccinale.
Usando la logica possiamo trarre le nostre conclusioni, senza dover urlare al complotto, ma semplicemente appellandoci al buon senso.