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PILLOLE DI EPIDEMIOLOGIA

La curva dei contagi con o senza controlli. Le previsioni del Governo hanno senso?

La curva dei contagi con o senza controlli. Le previsioni del Governo hanno senso?
  • PILLOLE DI EPIDEMIOLOGIA
3 - 6 minuti di lettura

Principi e metodologia di ricerca epidemiologica sono alla base della statistica medica.

Senza quest’ultima è impossibile per qualunque esperto fare le benché minime previsioni sul picco dei contagi.

Quello che stiamo vivendo in queste settimane, ma soprattutto in questi giorni, in materia di Covid-19, sta diventando una tarantella mediatica che alimenta solo confusione e poche certezze.

Da notizie delle ultime ore, complice anche la recente convocazione urgente del Ministro Speranza del Comitato Tecnico Scientifico, il Governo pare fortemente intenzionato ad inasprire le restrizioni.

Oltre alle mascherine all’aperto in tutta Italia, già adottate da qualche regione, si sta anche parlando di ulteriori chiusure e coprifuoco.

Ci stiamo chiedendo se tutto questo ha senso, anche perché l’enorme database fornito dalla Protezione Civile, che aggiorna i dati quotidianamente, offre molti spunti di riflessione.

E spesso anche le parole degli esperti non convergono verso la stessa valutazione.

Ci sono esperti che riempiono il mainstream lanciati in previsioni spesso catastrofiche.

Altri che espongono i dati e le curve del contagio, dimenticandosi però di inserire nei grafici alcuni dei fattori che per la maggiore hanno influenzato i risultati.

Distorcere un grafico comprimendolo nell’asse X orizzontale, contribuisce fortemente a cambiare la percezione di chi lo sta leggendo.
Qui di seguito viene mostrato l'andamento nazionale dei contagi, estratto dal sito della Protezione Civile:

20L09 protezionecivile andamento nazionale

 

A differenza di quanto abbiamo potuto vedere sui canali del Ministero della Salute, non siamo andati a "schiacciare" orizzontalmente il grafico, lasciando quindi dall'inizio dell'anno ad oggi una visione più reale e completa della curva dei contagi, ma anche di altri cluster.

Quello che il grafico evidenzia sono:

  • nella linea verde, quella superiore, i dimessi/guariti, una linea che mostra un trend pressoché costante da giugno, con una leggera impennata nell'ultimo mese, segno chiaramente positivo;
    a questa curva possono essere dati molti significati, tutto dipende da chi vuole esporre il dato e ci proviamo anche noi:
    • ci sono le cure, come è sempre stato detto da diversi medici in Italia, anche se ben ignorati dal Ministero della Salute quando invece dovevano essere ascoltati
    • la maggior parte dei contagiati non vedono nemmeno l'ospedale in quanto vengono curati a casa
    • molti rilevati positivi dal tampone, sono entrati in ospedale per altri motivi e solo nell'occasione del test hanno scoperto di essere entrati a contatto con il virus: sono coloro che certamente possiamo far rientrare nel grande calderone dei "positivi asintomatici"
  • la linea grigia, quella più bassa, parla dei deceduti, un numero che ha trovato fin da subito, dopo la prima impennata, una costante
  • la linea gialla invece parla del "totale positivi"; è evidente il periodo di forte impennata di marzo e aprile quando il Covid-19 mostrava tutta la sua carica virale, per poi scendere con la stessa curva durante i mesi di maggio/giugno, dopo i 69 giorni di lockdown imposto agli italiani

La linea gialla, il "totale positivi" mostra una nuova impennata, iniziata da settembre e più evidente in questi giorni di ottobre, esattamente come lo stesso Governo sta sottolineando in queste ore.

Nel grafico però mancano due fattori importanti che così vogliamo evidenziare:

  1. il "totale positivi" non viene messo in correlazione con l'enorme numero di guariti
  2. manca la mediana dei tamponi

Siamo nella "pandemia" dove i malati li dobbiamo cercare con un test come il tampone.
Ma al di là di questo, pochi ricordano che il 10 marzo 2020, la media dei tamponi giornalieri eseguiti si aggirava attorno a 7mila, oggi i tamponi eseguiti sono prossimi ai 130mila: non ci vuole un esperto di matematica di Oxford per comprendere che con questa enorme differenza il numero dei positivi aumenta.
Il 9 marzo 2020 i tamponi eseguiti erano 53.826, il 9 ottobre 2020 gli stessi hanno raggiunto 12.326.971, oltre a 7.443.593 casi testati.

In sintesi: I “casi testati” identificano i “tamponi diagnostici” e la differenza tra “tamponi totali” ecasi testati” corrisponde ai “tamponi di controllo”, effettuati sullo stesso soggetto per confermare la guarigione virologica o per altre necessità di ripetere il test.

Difronte a tutto questo, prende sempre più importanza il tema della curva dei contagi, soprattutto se rapportata ai controlli e restrizioni che il Governo e le Regioni hanno attuato in tutti questi mesi.
E che stanno pensando di inasprire con il prossimo DPCM che dovrebbe vedere la propria luce il 15 ottobre.

Per offrire una più ampia visione e valutazione, riprendiamo le parole del Prof. Paolo Bellavite, specializzato in Ematologia, con un Master in Biotecnologie dalla Cranfield University (UK) e il diploma di perfezionamento in Statistica Sanitaria e Epidemiologia, dal 1984 professore di Patologia Generale presso l'Università di Verona (I), e da giugno 2017  in pensione ma tuttora attivo nella ricerca come cultore della materia:

Le misure di distanziamento sociale RALLENTANO la curva dei contagi. Ciò significa, come ben evidenziato nella figura, che il picco epidemico non tocca dei vertici tali da sovraccaricare il sistema sanitario.

Ciò fu l’argomento forte che mi convinse che il lockdown per un certo periodo fosse necessario. Anche se cominciò troppo tardi e finì troppo tardi.

D’altra parte, in mancanza di vaccino efficace e sicuro, mancanza destinata a durare a lungo, l’epidemia si arresterà solo quando una discreta percentuale di popolazione sarà venuta a contatto col virus e si sarà immunizzata.

Quindi, le misure di distanziamento INEVITABILMENTE prolungano la durata dell’epidemia. Come mostra la figura, il picco è più basso ma più lungo. Non crediamo che la mascherina ci immunizzi, essa semplicemente riduce un poco la probabilità che il virus lo incontriamo oggi e aumenta quella che lo incontriamo domani.

Quello che sta succedendo è del tutto NORMALE E ATTESO. È la diretta conseguenza delle decisioni del governo. Sono le decisioni del governo che prolungano l’epidemia. Più sono restrittive, più lunga sarà l’epidemia.

Non sto dicendo che è bello prendersi il covid-19! Sto dicendo che quel che succede è NORMALE.

Per questo è assurdo e pazzescamente sbagliato valutare la gravità della situazione e prendere decisioni “drammatiche” e frustranti l’economia di un Paese in base al numero dei contagi. Quello che conta sono solo i decessi (si intende dovuti veramente al virus e diagnosticati in modo corretto) o, in subordine, il carico extra del covid sul sistema sanitario rispetto alle “normali” malattie.

Penso che gli sforzi non vadano indirizzati a “bloccare” A QUALUNQUE COSTO qualunque contagio (cosa che si è visto non funziona comunque), ma a proteggere le fasce più a rischio di complicazioni gravi o decesso. Ovviamente non solo con le mascherine!

Per il resto: alimentazione sana (non dimenticare agrumi e cipolle rosse!), meno stress, attività fisica...

 

Fonti:

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