Cronaca sanitaria

MA IL CIBO NON È TUTTO

Mense scolastiche: nuove linee guida

Mense scolastiche: nuove linee guida
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3 - 5 minuti di lettura

È di questi ultimi giorni la pubblicazione delle nuove “Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica" [1] del Ministero della Salute.

Restando sul binario della ristorazione scolastica, la redazione ha raccolto le opinioni dei cittadini e analizzato i punti del fascicolo ministeriale ritenuti maggiormente discutibili, per fornire un punto di vista, una riflessione, una chiave di lettura volta ad accrescere la consapevolezza sui cambiamenti silenziosi e mimetici, che negli anni hanno lentamente risucchiato il nostro sistema scolastico. 

L’istruzione è oggi incentrata sul puro apprendimento nozionistico dettato dal Ministero (pensiamo ai programmi didattici stringenti e alle prove INVALSI), smussando ore di storia e geografia, così come quelle di arte e musica.

Gli ambienti scolastici italiani si sono trasformati da luoghi del sapere e dalla conoscenza, a sedi di lento oblio autoctono, non solo attraverso l’evoluzione e la riduzione delle materie scolastiche tradizionali, ma altresì mortificando un vasto patrimonio di usi, costumi e cultura che, in particolare nella penisola italica, si riflette anche sulle tavole.

L'integrazione passa anche dalla cultura alimentare: in che modo?

Tra gli obiettivi del Ministero troviamo la valorizzazione del multiculturalismo, attraverso l’ampliamento dell’offerta di pietanze etniche, per favorire l’integrazione degli alunni stranieri (rif. B6 pag.10).

Senza dubbio un fine nobile, rilevante e figlio dei tempi della global society, ma quali sono i mezzi e gli strumenti proposti a tale scopo?

Lasagne e tortellini diventeranno un retaggio del passato? Ci auguriamo non saranno soppiantati da hamburger e kebab, a seconda delle percentuali di alunni stranieri a scuola.

Meglio allora un cous cous o un tajine per preservare la dieta mediterranea!

Ironia a parte, fette di identità regionali, nonché di tradizione culinaria italiana, potrebbero essere sostituite da (talvolta insane) gustose prelibatezze internazionali.

Viste le premesse, non è un azzardo parlare di menù dal sapore sovranazionale.

La “giornata alimentare” dell’alunno.

Non passa inosservata una sospetta ingerenza ministeriale nel tentare di dettar legge anche nelle cucine di casa nostra, dispensando linee guida da seguire per il pasto serale e per la colazione, considerando che i bambini consumano a scuola 5 pasti a settimana.

Le famiglie vengono così, pezzo per pezzo, sempre più scarnificate nel loro ruolo genitoriale, come fosse estremamente necessario da parte dello Stato assistere i genitori nelle scelte alimentari (rif. E2 pag. 22), e non solo...

Tuttavia, all’atto pratico è estremamente complesso incrociare menù diversi (scolastici e aziendali) facendo capriole tra varietà, gusti e bilanciamenti nutrizionali.

Le reali esigenze ed emergenze alimentari. 

Quali sono le vere necessità alimentari?

Secondo quali criteri possiamo discutere di alimentazione sana?

Partiamo dal territorio, dai sistemi agricoli, dalla gestione della acque, dagli allevamenti, poiché il cibo è natura, terra, acqua.

Prima di focalizzarci su cosa mettere nel piatto, occorre chiedersi in che stato ci arriva.

Numerose le segnalazioni di colture e acque contaminate da rifiuti, prodotti chimici agricoli, diserbanti, antiparassitari, inquinamento atmosferico.

Eppure l’attenzione viene distolta verso altri temi, e la realtà distorta da falsi problemi, poiché quelli veri, prima che alimentari, sono soprattutto ambientali, dai preoccupanti livelli di inquinamento delle acque, ai gas di scarico e alle polveri sottili [2, 3, 4, 5, 6].

Apparirà banale (ma non troppo) toccare anche il tema delle carni provenienti da allevamenti intensivi. Certamente ne siamo tutti a conoscenza e ci indigniamo riguardo all’abuso di antibiotici e mangimi chimici, tuttavia finiscono consapevolmente nel nostro piatto, col benestare tacito del consumatore.

Una vecchia emergenza irrisolta e sempre attuale [6, 7, 8, 9].

Buoni propositi ministeriali.

Non tutto il documento suscita dubbi o perplessità, anzi, è doveroso sottolineare l’apprezzabile attenzione posta sul cibo a km0, di buon auspicio se accompagnata da una prospettiva più ampia, volta a valorizzare sia la qualità degli alimenti in un’ottica di rispetto delle risorse, sia i contributi concreti alla lotta contro traffico e smog.

A dover di cronaca, è doveroso sottolineare che la tradizionale dieta mediterranea resta l'indiscussa protagonista della alimentazione corretta, la preferita, copiata e riproposta sulle tavole di tutto il globo, auspicando possa continuare ad esserlo anche nelle nostre scuole.

 

Fonti

  1. pdfLinee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica
  2. http://www.ausl.mo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/28623

  3. https://www.irenacqua.it/emilia-romagna

  4. https://www.gruppohera.it/gruppo/attivita_servizi/business_acqua/qualita/qualita_acqua_hera/

  5. https://www.arpae.it/v2_aria_pm10.asp?idlivello=134

  6. https://www.modenatoday.it/attualita/poleveri-sottili-smog-record-modena-14-gennaio-2020.html

  7. https://www.altroconsumo.it/alimentazione/sicurezza-alimentare/news/antibiotici-nella-carne

  8. https://www.altroconsumo.it/organizzazione/media-e-press/comunicati/2016/inchiesta-batteri-resistenti-agli-antibiotici-nella-carne-di-pollo

  9. https://www.altroconsumo.it/organizzazione/media-e-press/comunicati/2019/test-carne-di-pollo-antibiotico-resistenza-presa-diretta-rai-tre

  10. http://www.fondazioneveronesi.it/magazine/tutti-i-video/antibiotici-nella-carne-cosa-ce-di-vero

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