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Mancano i dati

Senza "anagrafe vaccinale" non si cantano messe. Ma le esclusioni scolastiche?

Senza anagrafe vaccinale non si cantano messe. Ma le esclusioni scolastiche?
  • Mancano i dati
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Lo scorso 11 ottobre abbiamo pubblicato la notizia; in maniera inequivocabile dimostrava che la Regione Lombardianon dispone di una anagrafe vaccinale centralizzata.
Grazie a una interpellanza di alcuni genitori, promossa dal gruppo consiliare 5 Stelle, la risposta dell'Assessorato alla Sanità non ha lasciato dubbi, la anagrafe vaccinale centralizzata ad oggi non esiste nella sua completezza, essendo partita nella provincia di Bergamo solo da inizio settembre 2018, per poi estendersi ad altri territori.

Eppure la Regione Lombardia, attraverso il proprio sistema sanitario regionale, si è comportata come se questa anagrafe esistesse, andando a disattendere una precisa norma giuridica: la Legge 119 consentiva l'accesso a procedure semplificate solo a quelle regioni che disponevano di una anagrafe vaccinale attiva sul territorio.
Eppure esclusioni, anche pesanti e con sentenza del TAR, ci sono state. Ma andiamo per ordine.

Le criticità che vengono sottolineate dall'Assessore Giulio Gallera, vengono confermate anche dalla Dirigente dell'Unità Organizzativa di Prevenzione, Maria Gramegna.
Quest'ultima, intervenuta ad un evento destinato ai giornalisti lo scorso 15 ottobre a Milano, spiega le difficoltà nel far confluire i dati, fino ad oggi divisi in sistemi informativi separati in Dipartimentali ATS, in un sistema unico: il SIAVR, piattaforma richiesta in comodato d'uso alla Regione Veneto che la utilizza ormai da tempo.

Ma quante sono oggi le Regioni senza anagrafe vaccinale? Il Decreto Fiscale, come abbiamo sottolineato il 19 ottobre scorso, prevede nel paragrafo SEMPLIFICAZIONE l'istituzione di una Anagrafe nazionale vaccini.
Ma come è possibile se le regioni non sono pronte?
E come è possibile valutare da subito l'attendibilità di dati che derivano da sistemi che già in passato hanno mostrato parecchi errori di inserimento? L'errore umano, come confermato anche dalla stessa dirigente, è sempre possibile, ma quando si parla di salute, dovrebbe essere ridotto a possibilità pari a zero.

Per ricordare comunque la normativa prima del "decreto milleproroghe" riguardo gli obblighi vaccinali e l'accesso quindi alla procedura semplificata, è necessario fare un rewind. Perchè se la legge si applica, deve essere uguale per tutti, e le istituzioni non possono venire meno ai loro adempimenti.

Nelle regioni e province autonome, presso le quali è istituita un'anagrafe vaccinale, è prevista la possibilità di accedere ad una procedura semplificata.
Con una nota del 27/02/2018 prot. n. 467, il MIUR e il Ministero della Salute hanno trasmesso le indicazioni operative per l'attuazione di questa procedura, con le relative tempistiche.

L'articolo 18-ter del D.L. n. 148/2017 ha disposto quanto segue, per le regioni con una anagrafe vaccinale centralizzata:

  • è possibile anticipare all'anno scolastico 2018/2019 l'applicazione della procedura semplificata di cui all'art. 3-bis D.L. 73/2017 (comma 1)
  • la predetta procedura semplificata è applicabile già per l'anno scolastico 2018/2019, a condizione che il controllo sul rispetto degli adempimenti vaccinali si concluda entro il 10 marzo 2018 (comma 2)

Quello che è interessante, per quanto avvenuto nel corso del 2018 e prima del "milleproroghe", riguardava un aspetto fondamentale della normativa: la restituzione di informazioni protette dalla privacy riguardanti i minori, che non poteva avvenire tra ATS e scuole.

Solo il 4 luglio scorso era stata pubblicata una circolare congiunta MIUR e MinSalute che voleva in qualche modo chiarire scadenze e autocertificazioni.
Il quadro comunque non era chiaro, lasciando molte zone d'ombra sull'effettivo sgravio burocratico per le famiglie.

Quello che comunque veniva chiarito riguardava questo aspetto: "Quando invece la procedura d’iscrizione all’anno scolastico/calendario annuale 2018/2019 è avvenuta d’ufficio, il minorenne è ammesso alla frequenza delle istituzioni del sistema nazionale d’istruzione, dei servizi educativi per l’infanzia, dei centri di formazione professionale regionale e delle scuole private non paritarie sulla base della documentazione già presentata nel corso dell’anno scolastico-calendario annuale 2017/2018".

Ma di fronte al caos generato nel corso di tutto il 2018 e ai ritardi da parte delle istituzioni pubbliche per quel che concerneva i LORO adempimenti, perchè dare il via alle esclusioni?

Per questo vogliamo dare spazio una lettera di una madre che racconta la sua storia.
E' rimasta depositata presso la nostra Redazione ancora da giugno 2018 in quanto la Regione Lombardia non chiariva ancora se effettivamente l'anagrafe aveva preso il via oppure no (e abbiamo appreso appunto che questo è avvenuto parzialmente solo da settembre 2018).

E' la lettera di una madre, come tante snervata dai soprusi ricevuti come ce ne potrebbero essere tante, ma con l'aggravante che, nel suo caso, è anche arrivata una sentenza del TAR, in un periodo della sua vita che doveva essere di sola felicità e di gioia per l'arrivo di un secondo figlio.
Vi lasciamo alla lettura e in calce tutte le fonti citate:

Tutto è cominciato il 19 maggio 2017, giorno in cui è stato approvato un decreto legge riguardante l’obbligo vaccinale di cui tutti ormai siamo a conoscenza. Peccato fosse anche il giorno del mio compleanno, credo proprio che me lo ricorderò per sempre questo brutto periodo della storia e della mia vita.

In data 6 settembre 2017 inoltro tramite raccomandata A\R alla ASST di Lovere (BG) richiesta per appuntamento vaccinale come richiesto dalla Legge 119/2017, consegno a mano la copia della lettera con annessa ricevuta di invio ma già quel giorno cominciano le prime discussioni.
Gli addetti del comune non erano nemmeno a conoscenza della legge sulla Privacy e continuavano ad insistere dicendo che dovevo portare il prima possibile tutta la documentazione riguardante le vaccinazioni, nonostante la Legge 119/2017 dava come termine ultimo la fine dell’anno scolastico e cioè il 31 luglio 2018 per cominciare iter con ASST.

Dopo aver chiarito il tutto, mio figlio può frequentare regolarmente l’asilo nido anche dopo il 10 settembre 2017, data entro cui si doveva presentare la lettera.

Passano i mesi e si avvicina la fatidica scadenza del 10 marzo che non riguardava il nostro caso specifico, perché conoscendo bene la Legge non dovevamo consegnare alcuna documentazione.

In quei giorni mio figlio era a casa malato ed io ero tranquilla proprio perché pensavo di aver chiarito tutto a settembre.
Il giorno SABATO 10 marzo alle ore 10:30 ricevo una telefonata dalla responsabile del Comune, la quale mi dice che lunedì devo portare il libretto vaccinale altrimenti mio figlio verrà sospeso dalla frequentazione del nido fino a quando non dimostro di cominciare iter con ASST.

Mi cade il mondo addosso anche perché ero in un momento delicato della mia vita, ero incinta di 7 mesi. Ho dovuto passare il week-end a preparare tutta la documentazione per cercare di far valere i miei diritti che credevo fosse cosa già chiusa.
Sono stata chiamata in un giorno festivo ed il motivo è stato questo: avevano messo l’avviso nella cassetta della posta del nido presumo in data 06 marzo 2018 (perché la lettera era datata 06 marzo 2018), ma siccome mio figlio era assente in quei giorni, non ho potuto ritirarla (anche perché non ne ero a conoscenza), allora in data 08 marzo, nel tardo pomeriggio (dicono loro perché non essendo stata avvisata io non posso saperlo) hanno incaricato un dipendente del comune per farmela recapitare a casa nella mia cassetta della posta.

La cassetta della posta io il giorno venerdì 09 marzo non l’ho aperta perché l’avevo aperta la mattina del giorno prima e, solitamente, se c’è qualcosa di urgente arriva tramite raccomandata.

Credo che una telefonata in quei giorni avrebbero potuto e DOVUTO farmela vista l’urgenza, da parte loro…

Al telefono io ho cercato di far valere i miei diritti nuovamente, ma stavolta senza ottenere nulla.
Loro dicevano che avevano ricevuto la circolare del MIUR dove dava ordine di escludere i bambini che non avessero portato la documentazione.
Io insistevo dicendo che non era così perché avendo presentato formale richiesta di appuntamento vaccinale non dovevo presentare nulla, anche perché nel frattempo ero ancora in attesa della convocazione da parte della ASST, quindi comunque nel giusto.
Hanno pure minacciato di chiamare i carabinieri qualora io mi fossi presentata lunedì 12 marzo 2018 al nido col bambino, cosa che ritengo veramente meschina.
Allora, per tutelare mio figlio, io ed il mio compagno siamo andati in comune per cercare un’altra volta di spiegare come era la Legge, ma non c’è stato nulla da fare, ho consegnato lettere di diffida e tutta una serie di documenti che attestavano le nostre ragioni, ma non sono state nemmeno lette.

Non era passata che qualche ora che subito i giornalisti sapevano che un bimbo era stato escluso dal nido di Lovere.
Chi poteva aver messo già in giro la voce così presto e per quale motivo?
Il giorno dopo, martedì 13 marzo 2018, appare un articolo sull’Eco di Bergamo dove il sindaco sembrava contento di aver escluso il bambino non vaccinato dicendo di non aver fatto altro che seguire la legge e che se non avevamo voluto adeguarci lo avevamo fatto deliberatamente, oltre ad avere fatto una campagna di informazione mirata (quale????).
Ma il Primo cittadino di solito no dovrebbe proteggere i propri cittadini specie se minori???????

Tornando a lunedì 12 marzo 2018, mi metto in contatto con ********* che diverrà il nostro avvocato e insieme decidiamo di fare ricorso al TAR di Brescia, perché la Legge era giustamente dalla nostra parte e non come millantava il sindaco nell’articolo.

Il giorno giovedì 15 marzo il TAR riammette il bimbo al nido accogliendo la sospensiva d’urgenza.
Il giorno dopo, venerdì 16 marzo 2018 esce un altro articolo sull’Eco di Bergamo dove il sindaco stavolta dichiara di aver seguito le circolari ministeriali (ma non aveva seguito la Legge?)  e che secondo lui il bambino doveva presentare la documentazione comprovante le vaccinazioni.
Dice anche (cosa non vera) che 10 giorni prima del 10 marzo ci avevano contattato per avvisare che mancava la documentazione e che praticamente ci avevano dato modo di metterci in regola.
In più dichiara anche che è addolorato se un loro bambino no può frequentare il nido.

Il giorno 20 aprile esce un altro articolo, stavolta sul periodico Araberara (giornale locale) dove dichiara che il primo round è stato vinto dal loro.
Dice che ha seguito la legge, ma se l’avesse fatto veramente, mio figlio ora sarebbe ancora all’asilo.
Dichiara anche che per ora il bambino proseguirà l’asilo ma da settembre dovrà essere tutto a norma.

In data 22 aprile 2018 nasce il mio secondo figlio e, per questo motivo, non abbiamo potuto presenziare al colloquio che si sarebbe tenuto in data 23 aprile 2018.
Il colloquio con la ASST a questo punto verrà posticipato in data 22 maggio 2018, in forza anche del fatto che mio figlio, ad aprile, aveva contratto la varicella all’asilo nido (com’è possibile che sia stato contagiato dagli altri bambini se erano tutti vaccinati?
Ma non era lui il pericolo per gli altri come sostenuto dal mio "amato" sindaco??? Lo aveva pure dichiarato che erano tutti vaccinati tranne lui.

Il TAR, tenuto conto di tutti questi avvenimenti ci dà ulteriore scadenza, il 30 maggio 2018, poi l’udienza sarà in data 06 giugno 2018.

Riguardo al colloquio con la ASST è stata una farsa, ci hanno assicurato che nostro figlio non avrebbe avuto alcun problema con le vaccinazioni perché da noi, non si sono mai sentiti casi.
Hanno pure negato l’esistenza dei danneggiati da vaccino rilevati dall’AIFA e pure quelli tra i militari, dove è pure stata fatta una commissione d’inchiesta.

Altra cosa che ci ha lasciato senza parole è questa: lo stato ha ritenuto più conveniente risarcire i danneggiati da vaccino che i ricoveri ospedalieri in caso di epidemie (dove una persona può essere curata come di diritto e guarire). Quando il mio compagno ha fatto presente che si stava parlando di vite umane c’è stato silenzio.

Hanno anche ammesso che i vaccini non durano tutta la vita e che malattie come il morbillo, varicella, rosolia non sono poi così pericolose. La cosa assurda è stata anche quella di fissare la vaccinazione due giorni dopo a meno di 36 ore dal colloquio, dando per scontato di essere stati adeguatamente informati sul tema.
Noi ovviamente ci siamo rifiutati perché abbiamo ritenuto le informazioni date superficiali e non adeguate.

Al TAR questo è bastato per dichiarare, in data 11 giugno 2018, la nostra palese intenzione a non vaccinare, quindi respingendo di fatto il ricorso anche se aveva dichiarato illegittimo il provvedimento di esclusione emesso dal comune a marzo.

Io mi chiedo, come può aver fatto una cosa simile?
Aver messo dei paletti, andando al di sopra di ciò che la legge consentiva, e cioè che si aveva tempo fino alla fine dell’anno scolastico per iniziare iter.
Come si può emettere una sentenza dove ti danno ragione, ma ti bocciano il ricorso solo su presunzioni?
Ovviamente il sindaco non ha perso tempo. Il bambino è fuori.
Alla faccia delle dichiarazioni precedenti e su quella successiva di optare per un’esclusione soft.
Si è permesso di dichiarare in una emittente locale che il bambino è un pericolo per la comunità.
Ma come si può dire una cosa così di un bimbo di soli 2 anni per altro sanissimo?
Ed escluderlo dal suo asilo in questo modo?

Vorrei fargli vedere lo sguardo di mio figlio quando mi dice che non vede i suoi amici perché l’asilo è chiuso, sono tutti al mare mi dice (perché noi gli abbiamo fatto vedere di domenica che l’asilo era chiuso e che erano tutti in vacanza).

Mi si spezza il cuore, è una cosa che fa male, molto male.

Non contento ha fatto mettere un altro articolo sul periodico ARABERARA dove dichiara che hanno fatto tutto quello che potevano e che le regole valgono per tutti.
In altro ricorso che è stato fatto, il sindaco di quel comune ha annullato in via di autotutela il provvedimento di esclusione dopo che il TAR lo aveva dichiarato illegittimo, permettendo così al bimbo di tornare a frequentare l’asilo.
Nel Veneto addirittura il ricorso è stato vinto senza mettere paletti di nessun tipo.
Io mi chiedo se il sindaco è così sicuro di aver fatto tutto il possibile per far frequentare il nido a mio figlio oppure la sua è stata solo mania di protagonismo per finire sui giornali.
Spero che il nuovo sindaco sia più umano e cerchi di proteggere i suoi cittadini, soprattutto se si stratta di minori anziché sbatterli in prima pagina sui giornali.

 
Di fronte a questa testimonianza, non ci sono pro o contro che tengano, questo dovrebbe essere un paese civile.

 

 

18c12 diniego accesso18c16 ecobg18c16 ecobg218f14 ecobg18f14 ecobg2eco di bg 13 marzo 2018

 

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